Svevo e gli artisti

A cura di Maria Masau Dan, Susanna Gregorat

Dal 2011-12-19 al 2012-04-01

Il Museo Revoltella partecipa alle celebrazioni volute dal Comune di Trieste per ricordare i 150 anni della nascita di Italo Svevo. Lo fa con una mostra che si articola su due piani, il terzo e il quarto della galleria d'arte moderna, incrociando le sezioni dell'esposizione permanente dedicate alla pittura italiana ed europea della fine dell'Ottocento.  (Immagini della mostra: http://youtu.be/hcsHXsBdEvI)

L'esposizione è divisa in tre sezioni: si inizia con una sala dedicata agli artisti triestini (Isidoro Grunhut, Carlo Wostry e Umberto Veruda) che per primi, attorno al 1885, scelsero di studiare all'Accademia di Monaco anzichè in quella veneziana, tradizionale punto di riferimento per la generazione precedente, dimostrando che anche in città era maturato un nuovo interesse per le il clima di modernità e di anticonformismo che si respirava nella capitale bavarese; la seconda raduna ritratti di artisti e autoritratti nella maggior parte firmati da Umberto Veruda, il protagonista indiscutibile della 'nouvelle vague' che si pone al centro del dibattito artistico nell'ultimo decennio del secolo XIX, avendo come epicentro il neonato Circolo Artistico Triestino, fucina di idee ma anche teatro di feste e goliardia.  La terza sezione è costituita invece solo dai dipinti di casa Svevo, la collezione dello scrittore che ancora oggi i suoi eredi conservano con affetto e discrezione. Una collezione nata certamente dell'amore per l'arte ma anche dalla circostanza che vede i giovani Svevo e Veruda accomunati dalla stessa frustrazione, quella di essere incompresi e ignorati nella propria città. Veruda trascina Svevo nel mondo dell'arte contemporanea, Svevo si ispira a lui per il protagonista del secondo romanzo, "Senilità" (1898) e poi, dopo la morte precoce del pittore, ne curerà l'eredità, si prenderà cura del vecchio padre, favorirà l'organizzazione di mostre dei suoi dipinti. E la moglie Livia eseguirà una sua precisa volontà, nel 1946, donando al Museo Revoltella due opere molto importanti "Nudo di schiena" e "Nudo femminile".
Il museo possiede molte altre opere di Veruda pervenute attraverso acquisti e altre donazioni, ma il nucleo di casa Svevo è qualcosa di diverso, ci fa proprio entrare in un clima familiare, a partire da quel celebre "Ritratto di Ettore Schmitz con la sorella Ortensia" (1893) che è l'immagine simbolo delle loro speranze giovanili. Ma ci sono anche i grandi quadri tristi e scuri con cui Veruda sperava di farsi notare nelle mostre internazionali, c'è il nipote Aurelio Schmitz, da piccolo, ritratto con la domestica ne "Il canarino morto", ci sono il padre e la madre del pittore, autoritratti e bellissimi volti femminili. Per la prima volta sono esposti, però, anche dipinti di altri artisti presenti nella collezione Svevo: Arturo Rietti con un bellissimo ritratto a pastello di Livia Veneziani, quello più amato dalla moglie dello scrittore, Arturo Fittke con i ritratti di Livia e della figlia Letizia, Giovanni Zangrando con una solare veduta di Passeggio Sant'Andrea in cui si vedono passeggiare Livia, la bambinaia e la piccola Letizia in braccio. Si finisce la visita con i dipinti di Enrico Fonda, cugino di Antonio Fonda Savio, il marito di Letizia, che ci lascia un bellissimo ritratto di quest'ultima ormai adulta e di Pieretto, uno dei tre figli, come si sa, più tardi caduti in guerra.
La mostra ospita circa 60 opere ed è corredata da documenti e fotografie.

150° della fondazione del Museo Revoltella

Storie di lasciti e acquisizioni. Un patrimonio lungo 150 anni

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