A cura di Silvia Magistrali, Francesca Tramma
Dal 2015-06-24 al 2015-10-11
Le sue vignette erano attese giorno dopo giorno dai lettori della pagina di Lettere al Corriere del Corriere della Sera.
Per decenni e sino al 2014, Ugo Guarino, artista “produttore di immagini”, ha continuato ad essere l’“ingenuo, dolce, tenero, perverso, oscuro redattore di una sorta di "pagina sottotitolata per non… leggenti" come venne definito in una ormai storica “Stanza” di Indro Montanelli.
La mostra che il Comune di Trieste, città natale di Guarino, e la Fondazione Rizzoli Corriere della Sera gli dedicano (Museo Revoltella, dal 24 giugno all’11 ottobre) è un omaggio ad un uomo che, con il suo tratto, ha segnato molto di più che la cronaca su un importante quotidiano.
Guarino, versatile autore, grafico, vignettista, pittore e scultore, è un artista entrato dentro la cronaca non limitandosi a registrarla e interpretarla ma contribuendo a fare Storia della cronaca stessa, come negli anni in cui, accanto a Franco Basaglia, contribuì a cancellare i manicomi e a dare vita alla rivoluzione culturale della Legge 180.
Il Museo Revoltella gli rende omaggio individuando alcuni nuclei significativi declinati in più modalità espressive che caratterizzano tutto il suo percorso artistico: dai disegni sospesi “fra il surrealismo, la satira e la favola” che hanno incantato Dino Buzzati nei primi anni cinquanta alle sculture-robot create con gli scarti della civiltà tecnologica, per approdare alle caustiche vignette del Corriere della Sera.
Per la mostra sono state selezionate circa duecento opere di straordinaria qualità grafica, recuperate grazie al riordino e alla catalogazione di oltre tredicimila unità dell’Archivio storico della Fondazione Corriere della Sera e alla mappatura presso collezionisti privati e istituzioni.
Il percorso espositivo, ideato dalle curatrici Silvia Magistrali e Francesca Tramma, si snoda attorno ad alcuni nuclei tematici della produzione di Guarino: dagli scenari di cronaca della sezione “Inconscio urbano” alle proiezioni cosmiche de “Il futuro è già cominciato”; dalla grafia rapida e corrosiva dell’impegno in “Cuore di Ugo Guarino” alla sintesi del vocabolario maturo nelle vignette di “Lettere al Corriere”.
Gli episodi di cronaca raffigurati sulle pagine de “la Cittadella” e de “La Domenica del Corriere” offrono lo spunto per divagazioni su surreali scenari urbani attraversati da ibridi umani ed animali: viene riproposta una selezione mirata della ricchissima produzione grafica di questi anni, che mostra la continuità con la ricerca pittorica, nelle sperimentazioni sull’espressività della linea e nelle cromie di ascendenza informale. L’immaginario futuribile, nell’incontro di tecnologia, design e pratica del costruire, costituisce un fil rouge fra le diverse fasi dell’attività creativa di Guarino: la presentazione delle imponenti opere scultoree realizzate in fabbrica con scocche di motocicletta si pone idealmente sulla linea dei disegni dei primi anni Cinquanta, con l’esplorazione di una dimensione inedita dell’opera di Guarino, nelle ricerche grafiche tendenti all’astrazione dei primi anni Sessanta.
Dalle graffianti vignette per la versione sessantottina di “Cuore” di Edmondo De Amicis alla documentazione grafica di “Zitti e buoni!” del 1979: la partecipazione al processo di rivisitazione delle gerarchie e degli spazi presso l’Ospedale Psichiatrico di Trieste si connette ad una generale riflessione sulle modalità della comunicazione visiva.
I materiali illustrati realizzati per il “Corriere della Sera” rappresentano il punto d’arrivo delle ricerche sulla cronaca e sul segno, in un linguaggio grafico calibrato sulla riuscita sintesi espressiva di revisione etica e distacco ironico. Le immagini di Guarino si spogliano delle divagazioni della linea per disvelare l’iconografia di un’umanità universale: la scelta di un linguaggio ridotto a un alfabeto essenziale, pone in primo piano la necessità di una comunicazione “partecipata”.
Disegni, dipinti e sculture, insieme a una consistente documentazione fotografica arricchita dai servizi di Fabio Battellini, Sergio Benedetti, Claudio Ernè, Gianni Berengo Gardin, Uliano Lucas, Paola Mattioli, Ugo Mulas, consentiranno di accostarsi alle modalità operative nei diversi ambiti di produzione, anche delle installazioni oggi perdute, offrendo una prospettiva trasversale sulla storia recente.
Il catalogo, edito da Corraini, si pone come omaggio all’artista, valorizzando l’ironia e la forza espressiva di opere e materiali grafici inediti, e vuole nel contempo offrire, attraverso testimonianze e documenti d’archivio, un primo importante tracciato dei percorsi umani e professionali dell’autore, nel confluire di stimoli e relazioni tra Trieste, Milano e New York.
Ugo Guarino. Trieste, Museo Revoltella, 24 Giugno – 11 Ottobre 2015. Direzione della Mostra: Maria Masau Dan. Mostra a cura di Silvia Magistrali e Francesca Tramma; promossa dal Comune di Trieste e dalla Fondazione Rizzoli Corriere della Sera RCS. Allestimento: Gigetta Tamaro e Lorenzo Michelli. Progetto grafico: Giulia Garbin. Catalogo Corraini Edizioni con interventi delle Curatrici e Guido Botteri, Lino Carpinteri, Peppe Dell'Acqua, Claudio Ernè, Raffaele Fiengo, Giorgio Lupieri, Giuseppe Lupo, Giulio Montenero, Alfredo Pigna, Franco Rotelli, Fulvio Scaparro, Maurizio Vitta, Michele Zanetti.
Si propone inoltre un’antologia di preziose testimonianze di illustri personalità quali Enzo Bettiza, Dino Buzzati, Alfonso Gatto e Marisa Dalai Emiliani.
Ufficio Stampa:
Ufficio Stampa del Comune di Trieste: Rosanna Ferfoglia, tel. 040 675 4851 ferfoglia@comune.trieste.it; Giovanni Cernoia, tel. 040 675 4852 cernoia@comune.trieste.it; Fulvio Sabo, tel. 040 675 4929 sabo@comune.trieste.it
in collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net
Breve biografia
Ugo Guarino nasce a Trieste nel 1927. Pittore, grafico e scultore, espone in mostre in Europa e negli Stati Uniti.
Dal 1963 al 1967 vive negli Stati Uniti e collabora con l'ANSA per cronaca d'arte e cronaca nera. Dal 1972 collabora con l'équipe di Franco Basaglia, per la chiusura dei manicomi e per l'apertura di centri di salute mentale territoriali. Mette la sua arte a disposizione del movimento di Psichiatria Democratica. Pubblica periodicamente su diversi quotidiani, da Il Piccolo a a Il Corriere della sera. Tra i sui libri, Cuore di Ugo Guarino (Milano Libri, 1968; prefazione di Dino Buzzati), La psicoanalisi di Ugo Guarino (Milano Libri, 1974; prefazione di Cesare Musatti), Viaggio nella Costituzione (Diki Books, 1979), Zitti e buoni! – Tecniche del controllo (Universale Feltrinelli, 1979; presentazione di Franca Ongaro Basaglia).
L’Artista
Ugo Guarino esordisce come vignettista a Trieste sulle pagine del periodico “la Cittadella”, grazie all’incontro con Lino Carpinteri in occasione della quinta Mostra della caricatura nel 1948. Trasferitosi a Milano nel 1952, inizia a collaborare con “La Domenica del Corriere” e con altre testate legate al “Corriere della Sera”: conosce in questi anni Dino Buzzati, Alfonso Gatto ed Enzo Bettiza, con i quali instaura solidi legami amicali. Le sue opere vengono esposte in diverse mostre quali la personale del 1954, introdotta da Dino Buzzati, e la collettiva del 1955, a cui partecipano anche Lucio Fontana ed Enzo Mari.
Nei primi anni Sessanta vive tra Milano e Parigi, prima del trasferimento negli Stati Uniti grazie a una borsa di studio universitaria presso la Fairleigh Dickinson University in New Jersey; l’esperienza culmina nel settembre del 1963 con una collettiva al Riverside Museum di New York.
Il rientro in Italia alla fine degli anni Sessanta coincide con l’intensificarsi della ricerca artistica in ambito scultoreo. Con scocche di motocicletta reperite presso le Officine meccaniche Tebaldi di Monza, Guarino realizza imponenti automi che saranno esposti nel 1972 presso la Galleria Schubert di Milano. Nel corso dello stesso anno inizia a collaborare con Franco Basaglia presso l’ospedale psichiatrico di Trieste, al cui interno dà vita ai Collettivi Arcobaleno, laboratori di arti applicate: le opere realizzate dai ricoverati vengono affiancati alle opere di artisti triestini nella mostra “Insieme” presso l’osteria “Le cinque porte”. Il “modulo arcobaleno” sarà esportato nelle scuole e nelle fabbriche attraverso corsi di “libere espressioni” rivolti a studenti e lavoratori. In questi anni si rende ancor più esplicita nell’opera di Guarino l’indissolubilità del legame tra dimensione dell’impegno e ricerca artistica: è del 1974 la realizzazione del monumento al generale Bava-Beccaris, ironicamente dedicato "ai vecchi e nuovi repressori", in collaborazione con il collettivo teatrale di Dario Fo e Franca Rame. Nel 1975 sono esposti a Trieste “I Testimoni”, sculture in legno realizzate con i vecchi mobili e gli infissi non più in uso dell’ospedale psichiatrico, a denuncia della condizione degli internati nell’istituzione manicomiale. Nella seconda metà degli anni settanta ricomincia a collaborare con il “Corriere della Sera”, realizzando illustrazioni e collage per diversi inserti del giornale: nei decenni successivi le sue vignette si configureranno come elemento caratterizzante delle rubriche “La stanza di Montanelli” e “Lettere al Corriere”.
(testo di Silvia Magistrali, Francesca Tramma)