Figura di sorprendente poliedricità, nonché personalità di assoluto rilievo nella storia del Museo Revoltella, di cui fu illuminato direttore dal 1929 al 1956, Sambo è stato un artista molto apprezzato e capace, formatosi dapprima a Trieste alla scuola di Giovanni Zangrando, di seguito presso l’Accademia di Monaco e infine a Roma, grazie al conferimento del Premio Rittmeyer.
Distintosi nei primi anni del Novecento per un fare pittorico di gusto prettamente secessionista, aderì poi nel Primo dopoguerra agli stilemi novecenteschi, rilevando una notevole predilezione per i “puri e armoniosi valori formali” (Cataldi). Mantenendosi anche nei decenni successivi alquanto fedele al concetto classico della forma, elaborò infine un linguaggio di evidente sintesi e stilizzazione.
Nella natura morta donata dalla famiglia Lanieri, sottoposta ad una leggera pulitura superficiale dello strato pittorico e ad una risistemazione complessiva della cornice lignea originale, gli oggetti, impreziositi dalla superficie traslucida e mirabilmente riflettente, determinano con le loro tonalità fredde e perlacee, particolarmente amate dal pittore, un’atmosfera straniante e inedita, di eccezionale attrattività.
Il dipinto è stato pubblicato nel volume monografico della Fondazione CRTrieste a cura di Angela Tiziana Cataldi, dedicato a Edgardo Sambo (1999, n. 175, p. 119).
Restauro: Nevyjel Restauri d’Arte, Trieste 2019, grazie alla donazione di Maria Lanieri in memoria di Giorgio Lanieri e Giusy Romeo.