Nel 1889 il Curatorio, presieduto dal barone Giuseppe de Morpurgo e costituito da persone illuminate e di grande cultura, quali Giuseppe Caprin, l’avvocato Felice Venezian, l’architetto Giovanni Berlam e Alfredo Tominz, allora conservatore del Museo Revoltella, decise di acquistare due opere legate alla tematica della guerra.
Pertanto entrarono a far parte delle collezioni del museo Revoltella: il gruppo scultoreo in gesso di Urbano Nono (Venezia, 1849 – Longarone 1925), intitolato Belisario e un dipinto di dimensioni ‘colossali’, opera del francese Georges Moreau de Tours (Ivry-sur-Seine, 1848 – Bois-le-Roi, 1901), intitolato En avant! En avant!.
L’opera di Nono ottenne un grande successo alle esposizioni di Venezia (medaglia d’oro, 1887) e Monaco (medaglia d’oro, 1888). Federico III di Prussia ne rimase affascinato e durante la mostra veneziana chiese all’artista una foto del gruppo, poiché voleva acquistarlo per un ospizio di veterani a Berlino. Il suo desiderio non fu mai realizzato, perchè, dopo essere stato incoronato il 9 marzo del 1888, l’imperatore si ammalò e morì il 15 giugno 1888.
La scultura di Nono, caratterizzata dall’impressionante verismo, evoca il Risorgimento italiano, qui impersonato dalla figura del generale Belisario in povere vesti ottocentesche a riecheggiare la triste sorte dei soldati reduci delle guerre d’indipendenza e dimenticati dalla Patria. Belisario, generale dell’imperatore Giustiniano, che secondo la leggenda era morto cieco e mendico, viene spesso rappresentato in letteratura, teatro, musica e poesia.
L’artista, che descrive con accurato realismo i personaggi rappresentati, usò addirittura un calco delle medaglie originali dell’epoca risorgimentale per quelle che vediamo sulla giacca appoggiata alla spalla del soldato; mentre i pantaloni al ginocchio sono fedelmente ripresi dall’abbigliamento consueto dei contadini nel Veneto dell’epoca ottocentesca.
Sull’Illustrazione popolare artistica dell’Esposizione di Venezia del 24 novembre 1887 si legge: “Urbano Nono ha applicato un titolo antico ad un soggetto moderno, ed il suo Belisario è un vecchio soldato della patria, che la patria, come suole avvenire tante volte, ha generosamente dimenticato”.
L’imponente “Belisario” di Urbano Nono si trova esposto attualmente al quarto piano della Galleria d’arte moderna del Museo Revoltella.
Il grande dipinto del pittore francese Georges Moreau de Tours, invece, immortala un episodio della guerra franco-prussiana (1870-1871), dal punto di vista dei francesi, che ne risultarono sconfitti. In particolare l’episodio, realmente accaduto il 6 agosto 1870, rappresenta il colonnello E.de Franchessin, che nonostante le ferite riportate continua ad incitare i suoi soldati, sorretto dal caporale Fournier. Il pittore Moureau de Tours regalò a Rota, durante la trattativa per l’acquisto del dipinto, un manoscritto, ormai perso, redatto dallo stesso Fournier, in cui veniva descritta la battaglia in questione.
L’opera, esposta al Salon parigino del 1889 e segnalata al Curatorio dal pittore triestino Giovanni Rota, là residente, fu acquistata dal Museo Revoltella per 10.000 franchi. Viste le dimensioni (311 x 300 cm), il dipinto fu smontato dal telaio e fu fatto viaggiare arrotolato in un cilindro. Giunto a Trieste nel luglio del 1889 venne esposto nel Salone da ballo di Palazzo Revoltella, dove nuovamente è stato possibile ammirarlo nel 2011, in occasione della mostra “Arte e Nazione”, a 150 anni dall’Unità d’Italia.