Esposto alla Biennale di Venezia del 1905, dove fu acquistato dalla baronessa de Reinelt, il dipinto fu giudicato in quell’occasione “una delle più belle e gustose scene di paese delle due sale venete” (Pica, 1905).
Pur esistendo un bozzetto preparatorio di questo paesaggio, risalente al 1895, si ipotizza una datazione per quest’opera più a ridosso dell’anno 1905 in cui è stato esposto: esso può rientrare infatti fra quei dipinti in cui il maturo maestro, anche accogliendo gli stimoli al rinnovamento offerti dalle prime Esposizioni Internazionali veneziane, tende cautamente all’idealizzazione del dato naturale e sfiora il sintetismo decorativo strutturando l’immagine lungo poche e sinuose linee principali e sfruttando lo specchio d’acqua immobile per raddoppiare e semplificare elegantemente le sagome arboree. La riproduzione fotografica di Ore serene ebbe ampia diffusione nel 1935 – quando il dipinto figurò alla mostra celebrativa dei quarant’anni della Biennale – poiché essa apparve frequentemente in quell’anno a corredo di recensioni all’esposizione pubblicate su quotidiani e riviste, e fece parte della serie di cartoline illustrate stampate per l’occasione.
Di questo pittore, oltre al presente dipinto e al più noto Mattino alla Giudecca (vd. scheda), il Museo Revoltella possiede due bozzetti di piccole dimensioni, ovvero, Impressioni di paesaggio, olio su cartone, 10×17 cm, inv. 4571 ed un Paesaggio montano, olio su cartone, 13×18 cm, inv. 4570, oltre ad una Marina del 1904, olio su tela, 24×40 cm, inv. 5225. Nelle raccolte del Museo sono presenti inoltre due dipinti dei figli dell’artista veneziano: Giuseppe Ciardi, Meriggio sull’altopiano, olio su tela, 135×185 cm, inv. 683 ed Emma Ciardi, Crepuscolo- Paesaggio di Refrontolo, olio su tela, 55×75 cm, inv. 2741.