Realizzata a cinque anni dalla scomparsa del pittore, avvenuta a Roma nel 1948, la Grande natura morta con cineserie è dominata al centro da un vaso di vetro di foggia orientale di incredibile trasparenza, con due grandi strelitzie. La medesima sorprendente perfezione di stoffe e oggetti ricercati è ugualmente individuabile anche nei fotografici ritratti di Croatto. Gusto per le qualità intrinseche di materiali diversi, specificamente prescelti per le caratteristiche di lucentezza o trasparenza o sfericità, e sagace capacità nell’accostamento appropriato dei colori, costituiscono le peculiarità delle composizioni artistiche di questo pittore.
Sono note almeno altre cinque nature morte eseguite in questo stesso anno (Mugittu, 2005, p.219), in cui è ripetuto il medesimo schema compositivo contraddistinto dalla presenza del vaso al centro, cromaticamente in simbiosi con i fiori contenuti, che appaiono sempre diversi e spettacolari nella loro bellezza. Come nel caso esaminato, per di più, il motivo orientaleggiante è spesso presente, possedendo l’artista una raccolta personale di oggettistica orientale. La statuina policroma è descritta da Luisa Crusvar come statuina femminile, stante su piedistallo, con diadema sagomato a petali di loto in biscuit con smalti policromi (Cina, epoca Quing, 1644-1911). La presenza di una croce sulla parte inferiore della veste della figurina – conclude la studiosa – potrebbe riferirsi ad un’iconografia comparsa nel XVI secolo, epoca in cui le missioni cristiane cominciano a frequentare la Cina.
Di questo artista il Museo Revoltella possiede otto dipinti, tra cui, Cedri (Iridescenze), 1939, olio su tavola, 44×51 cm, inv. 553; Un adagio di Schubert, 1937, olio su tela, 58×56 cm, inv. 3039; Ritratto di Rodolfo Fogolin, 1932, olio su compensato, 110×100 cm, inv. 4830; Ritratto di Delia Benco, 1925, olio su tela, 87×67 cm, inv. 4894; Ritratto di Ruggero Rovan, 1896, olio su tavola, 51×27 cm, inv. 5 – elenco Rovan; Passeggiata a Venezia [1900], olio su tela, 60×95 cm, inv. 5079 e cinque incisioni, attestanti le sue notevoli capacità di incisore, ovvero, Abbazia di S. Gregorio – Venezia [1905-10], monotipia, 377×274 mm (matrice), inv. 289; Ritratto del maestro Mascagni, 1940, acquaforte, 282×220 mm (matrice), inv. 2718; Roma – Palazzo Borgia [1905-10], acquaforte, 214×141 mm (matrice) inv. 288; Prospetto frontale di palazzo veneziano, 1920, acquaforte, 295×430 mm (matrice), inv. 5069 e Siena. Fonte Ovile, 1920-1922, acquaforte, acquatinta, puntasecca, 345×349 mm (matrice), inv. 5068.