Acquistato nel 1907 alla VII Esposizione Internazionale d’arte di Venezia, dov’era esposto nella Sala del Sogno, riservata ai Simbolisti, questo dipinto era sottotitolato “anime peccatrici risorte”.L’ispirazione deriva da una leggenda popolare connessa ad una lugubre contrada alle pendici del Vesuvio, dove un tempo i malfattori erano giustiziati e sepolti nel sagrato, chiuso da una porta che qui ha il colore del sangue raggrumato. Nelle ore centrali del giorno le anime risorgevano per torturare e uccidere i viandanti. La miscela di realtà e credenze si riflette nel quadro, nei contrasti di luce e ombra e di edifici reali e personaggi fantastici. Sulla destra della tela è riconoscibile un pentimento: il pittore ha cercato di portare l’albero dietro al muretto, ma continua a vedersi. Il paesaggio prevale per l’impaccio del pittore nella resa della figura umana.De Maria frequentò l’Accademia di Bologna; dal 1886 dipinse paesaggi notturni misteriosi, vicini al gusto simbolista-decadentista. Nel 1892 si trasferì a Venezia e contribuì ad estendere la Biennale ad evento internazionale.