L’opera, che reca il titolo L’Acqua santa, leggibile sulla targhetta metallica della cornice originale, è riportata nell’inventario del Museo, nei verbali del Curatorio e nel carteggio dell’archivio amministrativo con il titolo Contadino che prende l’acqua santa. Con lo stesso titolo viene citata e descritta anche da Nicodemi nella monografia dedicata a Egger-Lienz nel 1925: «La figura dell’uomo appare nel vano della porta aperta, illuminato con una solennità maestosa. Il gesto parco e sobrio di un atto rituale lo trasfigura, e trasfigura la casa, dove per entrare egli invoca il nome di Dio. Il colore raggiunge, purificato nel tono bruno scelto in favore della solennità del tema, l’unità perfetta di una comprensione immediata, impetuosa della scena.» Assieme all’opera intitolata I falciatori (1907), rileva Nicodemi, il Contadino che prende l’acqua santa, eseguito a Vienna nel 1907, resta uno dei quadri «tra i più passionalmente intesi dell’artista che li rifece più volte, rielaborandoli con il desiderio e la passione di raggiungerne la più fonda e la più comprensiva essenza.» (G. Nicodemi, 1925). Si è infatti a conoscenza di almeno altre due versioni del quadro del Museo Revoltella, una di ubicazione sconosciuta, datata 1911 e pubblicata da Nicodemi nel 1925 ed una realizzata tra il 1919 e il 1920 e conservata al museo dello Schloß Bruck a Lienz, cittadina natale del pittore tirolese, dove esiste la raccolta più completa delle sue opere.”L’Acqua santa” venne realizzato da Egger-Lienz durante il suo lungo periodo di permanenza a Vienna (1899-1911) e nell’anno stesso della morte del padre Georg. Erano questi gli anni in cui il pittore tirolese trascorreva i periodi estivi nella valle Ötztal (Tirolo), e il momento in cui il suo linguaggio artistico, dall’iniziale realismo principalmente desunto dalla pittura di Franz von Defregger, diveniva mano a mano “monumentale e decorativo” e “contrassegnato da una sempre maggior semplificazione della forma e da una concentrazione simbolica del contenuto”. (C. Kraus, 1994). In questa fase intermedia dell’attività creativa di Egger-Lienz si assiste ad un progressivo processo di detrazione dell’importanza del soggetto, tendenza già perseguita dal pittore simbolista Ferdinand Hodler, contro i cui principi artistici il pittore tirolese si pose in ufficiale contrasto con la pubblicazione di “Arte Monumentale” (1912). (…) Nel quadro del Museo Revoltella il rapporto tra la presenza umana e l’angusto interno in cui essa è raffigurata conduce ad una sorta di alterazione della figura umana, tanto nelle sue corrette proporzioni (mani e piedi ingigantiti) quanto nella sua espressività, in uomini e donne quasi sempre cupa e raggelata al limite del grottesco, nelle forzature tipiche dello stile espressionista.