Il dipinto, che rappresenta un ritrovamento davvero fortunato considerata la scarsità di notizie e di opere di questo interessante autore, appartiene al periodo giovanile di Hermann-Lamb, che nei primi anni del secolo, dopo gli studi condotti a Monaco e a Roma, iniziò ad operare ed esporre tra Vienna e Trieste, per trasferirsi definitivamente a Vienna proprio nel 1903, anno di esecuzione di questo lavoro.
Verosimilmente questa tela si può identificare con l’opera I fonditori, così descritta dal Sibilia: «Uno dei suoi primi lavori, esposti nel salone d’arte dello Schollian, fu un grande quadro intitolato ‘I fonditori’ comperato, poi, molti anni dopo, dal signor Bleckmann di Murzuschlag, proprietario di una delle più grandi acciaierie della Stiria. Il quadro non presenta a chi l’osservi nessun motivo particolare di improvvisa ammirazione come composizione, perché raffigura semplicemente quattro fonditori che lavorano nell’officina: invece, come tecnica coloristica, è buono perché l’autore ha saputo trarre dal fuoco della fornace, dal calore che sprizza dal metallo in liquefazione un vivo effetto di rossi e di rossastri bene intonati al colore bleu con il quale sono dipinti i quattro operai».
Effettivamente l’interesse maggiore dell’opera risiede nella tecnica “dei colori divisi” utilizzata dall’artista per aumentare la luminosità delle figure rischiarate dai bagliori del fuoco, ma questo non basta ad attenuare la staticità dei corpi e a raggiungere quelle atmosfere magiche dei dipinti di Klimt, che probabilmente avevano costituito un modello fondamentale per il giovane artista.
Quanto alla scelta del soggetto, Sibilia ci dice anche che nei primissimi anni del secolo Hermann Lamb aveva fatto dei ritratti e dei lavori di decorazione per la famiglia Bohler di Vienna, proprietaria di acciaierie. Appare probabile, perciò, che sia stata questa a commissionare il dipinto. Va segnalato, comunque, che nel 1902 Hermann-Lamb aveva fatto un bel ritratto ad Alfonso Canciani, scultore friulano che si stava affermando a Vienna anche per certe efficaci figure di lavoratori e che a sua volta avrebbe lavorato per la famiglia Bohler, utilizzando le figurine dei Quattro lavoratori del ferro e del fuoco, del 1907, (una copia di due delle quattro è posseduta dal Museo Revoltella – vd. scheda) per il progetto di una lampada funeraria. Risulta evidente che il contatto con il più anziano e ormai affermato Canciani aveva inciso nelle scelte di Hermann-Lamb. Più difficile che egli avesse avuto contatti con il Divisionismo milanese e con la pittura di impegno sociale di Pellizza da Volpedo, che tuttavia, solo l’anno prima (1902), aveva esposto a Torino il celebre Quarto Stato.