Tra i ritratti maschili degli anni Trenta conservati nelle raccolte del Museo Revoltella, questo del fisico siciliano Sebastiano Timpanaro (Tortorici/ME 1888 – Pisa 1949), presentato alla II Quadriennale di Roma (1935), è senz’altro uno dei più interessanti, per l’intensa resa psicologica del soggetto, ottenuta grazie ad una tecnica coloristica vibrante e un impiego magistrale del chiaroscuro.
Ugualmente appassionato di scienza (si laureò in fisica a Bologna nel 1920), quanto di filosofia, che approfondì grazie all’amicizia instaurata con Benedetto Croce e Giovanni Gentile, con cui intrattenne un’intensa corrispondenza, Timpanaro collaborò anche con delle riviste che trattavano il rapporto tra scienza e filosofia, contribuendo anche a fondarne alcune.
Capitano al fronte, nel corso della Prima guerra mondiale, fu ferito nel 1915 a Castelnuovo del Carso e successivamente insignito della medaglia d’argento al valore militare e di altri importanti riconoscimenti. Docente di fisica all’Università di Parma (1924-25) riprese nel Dopoguerra la collaborazione con le principali riviste letterarie, entrando nel contempo nel gruppo di intellettuali ed artisti che ruotava intorno alla rivista “Solaria”, tra i tanti ricordiamo Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Guido Peyron e lo stesso Marchig,..