Adalberto Cencetti

Roma 1847 – 1907

Tentazione (Busto di gentiluomo – Busto femminile)
1877 circa
terracotta, inv. 781- 782
acquisto, 1877

«La Tentazione è il titolo dei due busti in terracotta del sig. Adalberto Concetti di Roma. L’idea è graziosissima. Si guardano e si sorridono. Il sorriso di lui è l’ultimo raggio di un sole che muore, e vorrebbe essere il primo d’un’aurora splendida. In quello di lei, naturale, grazioso, v’è ironia e compassione. È una vera tentazione, perché egli tenta… di ridere come a diciott’anni, ed ella tenta… di nascondere in parte i sentimenti poco benevoli che desta in lei…» («L’Illustrazione Italiana», 20 maggio 1877).

Con queste parole venivano presentati i due gessi realizzati dallo scultore romano ed esposti nel 1877 all’Esposizione Nazionale di Napoli. Lo stesso anno venivano presentati anche a Trieste alla IX Esposizione della Società di Belle Arti di Trieste e furono acquistati dal Museo per 297,57 fiorini in data 15 novembre con la mediazione della stessa Società di Belle Arti.

Qualche anno più tardi sempre sulle pagine de «L’Illustrazione Italiana» si legge: «Fra i gruppi più osservati della sala a Torino era il Gioiello della vedova, modellato in gesso, del Cencetti, l’autore dei due busti intitolati Tentazione, già da noi riprodotti e che divennero così popolari. Il gruppo rappresenta una vedova che si stringe al seno e bacia sul capo il suo gioiello, suo figlio, tornato dalla scuola insignito di una medaglia. Adalberto Concetti è un artista che cerca l’espressione caratteristica degli affetti: comico nei due busti, è commovente in questo gruppo, davanti al quale bastava fermarsi pochi istanti per sentire l’intenerimento che l’artista ha voluto trasfondersi» («L’Illustrazione Italiana», 24 ottobre 1880).

Dopo la sua prima importante affermazione, ottenuta nel 1875, vincendo il concorso bolognese per il monumento al fisico Galvani, gli anni successivi, nei quali si inseriscono anche le opere in questione, furono caratterizzati da un impegno da parte dell’artista per la scultura di genere.

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