Anniversari contemporanei. ENRICO MATTEI A CENT’ANNI DALLA NASCITA

SABATO 19 AGOSTO 2006
Auditorium del Museo Revoltella

Anniversari contemporanei
ENRICO MATTEI A CENT’ANNI DALLA NASCITA

Programma

Ore 11
proiezione del documentario
Processo al silenzio: il mistero della morte di Enrico Mattei (2000, 58’)
di Claus Bredenbrock e Bernard Pfletschinger

ore 16
proiezione del film
Il caso Mattei (1972, 118’) di Francesco Rosi
In collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia ñ Cineteca Nazionale

Ore 18
presenta
Massimo Greco, assessore alla cultura del Comune
interventi
Maurizio Cabona, critico cinematografico del “Giornale”
Nico Perrone, docente di Storia dell’America all’Università di Bari, studioso di Mattei

Ore 19 dibattito / Ore 20 aperitivo in terrazza

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Perché non inserire nelle attività di un museo d’arte contemporanea sunti di riflessione sulla storia contemporanea? L’arte non è avulsa dal processo degli eventi, anzi, ne è stata spesso, bene o male, condizionata. Per l’estate 06 un esordio: due anniversari tanto diversi quanto affascinanti ñ la nascita di Enrico Mattei e la morte di Renzo De Felice ñ e l’incontro tra antichistica e storia recente nell’opera di Luciano Canfora. Tutto tra cinema, arte, politica: per un Revoltella d’eccezione.
L’assessore alla cultura
Massimo Greco

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Anniversari contemporanei
ENRICO MATTEI A CENT’ANNI DALLA NASCITA

Dopo quarantaquattro anni, la morte di Enrico Mattei (1906-1962), figura di primo piano dell’Italia del boom economico, resta ancora avvolta nel mistero ed è oggetto di importanti studi e riflessioni, che quest’anno, in occasione del centenario della nascita, hanno coinvolto molte istituzioni con iniziative di grande interesse.
L’Assessorato alla Cultura del Comune ha voluto ricordare questa figura centrale del dopoguerra con una giornata in cui parleranno di lui un autorevole studioso come Nico Perrone, autore di una serie di libri fondamentali sulla vicenda Mattei e il critico cinematografico Maurizio Cabona, perché su Mattei anche la cinematografia, italiana e straniera, ha dato un contributo significativo alla ricostruzione dei fatti. Tra il mattino e il pomeriggio verranno proiettati i due lavori fondamentali, il celebre film di Rosi con Gian Maria Volontè, realizzato dieci anni dopo la morte di Mattei (1972, Palma d’oro a Cannes) e un recente documentario di produzione tedesca, firmato da di Claus Bredenbrock e Bernard Pfletschinger che sposa la tesi dell’assassinio.
Cosa fa di Mattei una personalità tanto singolare nel panorama dell’economia italiana?
L’Italia del 1945 era in condizioni talmente disastrate da far supporre una sua dipendenza economica forse irreversibile. In una situazione che appariva senza prospettiva entrÚ in scena Enrico Mattei, nominato dal Cln, il 28 aprile 1945, commissario straordinario per l’Agip. Come buona parte degli italiani della sua generazione, Mattei aveva sofferto la condizione d’inferiorità dell’Italia per la mancanza di petrolio, e aspirava quindi a dotare il Paese di una ricchezza fondamentale per il suo sviluppo e per la sua indipendenza.
Il suo compito era di liquidare l’azienda. Invece scelse di disattendere questa indicazione, per conseguire un obiettivo che riteneva fondamentale: garantire all’Italia un’impresa energetica nazionale, che dal 1953 si chiamerà Eni, in grado di assicurare quanto serviva ai bisogni delle famiglie e allo sviluppo della piccola e media impresa, a prezzi più bassi rispetto a quelli degli oligopoli internazionali.
Ex capo dei partigiani cattolici, nel giro di 15 anni mise in piedi l’Eni e la Snam, non solo conquistando l’approvvigionamento diretto alle fonti di energia ma facendo dell’Italia una della maggiori fornitrici mondiali di manufatti e know-how per l’industria petrolifera.
Mattei riuscì a costruire intorno alla sua figura un’aura mitica. Fu abile nel costituire una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale e questo divenne uno dei punti di forza che la società, oltre gli interessi specifici, seppe offrire all’azione diplomatica dell’Italia. Fu tra i primi a coltivare lo spirito di frontiera e il rispetto delle culture diverse. Mattei aveva chiaro che non era possibile fare strategia internazionale senza conoscere bene i singoli territori su cui si andava ad esplorare. La diversità Eni fu per anni una sorta di eccezione, un’impresa che compiva scelte diverse da quelle della maggioranza dei suoi concorrenti, tanto da sfidare il buon senso comune. Mattei è stato il simbolo di un modo di pensare l’Italia, abbastanza visionario da riuscire a trasformare una nazione sconfitta e contadina in un Paese avanzato con una forte industria energetica.
Fece tutto questo con molta spregiudicatezza sia nei confronti dei concorrenti esteri sia nei confronti della politica interna italiana. Spregiudicatezza che forse gli fu fatale il 27 ottobre 1962, quando l’aereo che lo portava da Catania a Milano esplose in volo a Bascapè nella bassa lombarda.

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