comunicato stampa “Dudovich. Oltre il manifesto”

La persistente fortuna critica dell’opera grafica di Marcello Dudovich (Trieste, 1878 – Milano,1962) (il massimo cartellonista italiano del ‘900, per unanime ammissione), la sua costante popolarità, confermata in molte aste e perfino in recenti vendite televisive con un gradimento generalizzato e quotazioni in decisa lievitazione, il suo crescente prestigio sul piano internazionale (suoi manifesti sono ambitissimi anche oltre Atlantico), e tuttavia la sostanziale penuria di studi critici monografici sulla sua produzione – salvo un’opera saggistica risalente ormai a un quarto di secolo fa – nonché e soprattutto di mostre esaustive ad essa dedicate (al di là di alcune rassegne parziali, ormai lontane nel tempo), paiono motivi necessari e sufficienti all’allestimento – a Trieste (sua città natale) e possibilmente nell’arco del 2002 (a quarant’anni dalla morte) – di un’ampia rassegna, capace di fornire, per la prima volta, un’immagine globale del “personaggio Dudovich”, che ne ricostruisca il percorso biografico e artistico snodatosi lungo quasi sei decenni di prolificissima attività, e che sia integrata da un cospicuo catalogo, strumento scientifico essenziale e qualificante, viste anche le citate lacune bibliografiche sull’artista.

La mostra – che si intitolerà Marcello Dudovich- Oltre il manifesto – intende proporre una visione complessiva dell’arte di Dudovich. PerciÚ, accanto all’ovvia presenza dei manifesti (una cinquantina tra i più significativi, quasi tutti di grande formato, sgranati cronologicamente dagli inizi del secolo – il periodo espressivo più felice – ad alcuni esempi delle prove più tarde), viene suggerita l’esposizione, per la prima volta in una rassegna monografica sull’artista, di:

– alcuni bozzetti di grande e medio formato realizzati per manifesti poi realizzati a stampa, in modo da seguire con netta evidenza l’iter creativo dell’artista;
– un numero esiguo ma significativo di dipinti (Dudovich fu anche importante pittore, con presenze ad alcune Biennali veneziane), il che costituirebbe una novità assoluta della rassegna e ne segnerebbe, per così dire, il “salto di qualità” rispetto ad altre, parziali iniziative del passato;
– una selezione di opere di grafica minore, a testimonianza dell’enorme attività di illustratore svolta da Dudovich in più di mezzo secolo.

L’intento è quello di realizzare una rassegna spettacolare e suggestiva, ma anche “anomala”, dal taglio inedito e singolare, per superare lo scontato e riduttivo cliché di un Dudovich “cartellonista delle donnine”, e per rendergli ciÚ che doverosamente gli spetta, cioè un ruolo di straordinario e preveggente comunicatore.

Il curatore della mostra sarà Roberto Curci, autore dell’unica monografia esistente sull’artista e profondo studioso della storia del cartellonismo triestino.
Sarà affiancato da un gruppo di studiosi che seguiranno singoli aspetti dell’opera di Dudovich in stretta collaborazione con la direzione del Museo Revoltella e con lo staff scientifico del museo.

I prestiti dei manifesti sono stati richiesti a collezioni pubbliche e private(in primis la Raccolta Salce del Museo Comunale di Treviso, punto di riferimento imprescindibile per la sua ricchezza e vastità; e inoltre si auspica di rappresentare la collezione Bertarelli di Milano, la collezione dei grandi magazzini La Rinascente, per i quali Dudovich lungamente operÚ, e tutte le collezioni private che conservano sue opere, buona parte delle quali hanno già assicurato la loro adesione.

Punti di partenza della rassegna: per la parte manifesti l’emblematico cartellone “Fisso l’idea” del 1899; per la parte pittorica, l’Autoritratto giovanile, realizzato da Dudovich a 17 anni, all’epoca della frequentazione della Scuola triestina per Capi d’arte e degli studi dei pittori triestini (Rietti, Grimani, Wostry), prima dell’andata a Milano, alle Officine Grafiche Ricordi, che rappresentÚ la sua fase di veloce svezzamento alla “scuola” del cartellonista concittadino Leopoldo Metlicovitz.

Si rimarca l’importante funzione attribuita al catalogo della rassegna, che dopo molti anni puÚ costituire l’occasione di una rilettura aggiornata dell’opera di Dudovich, e recare inoltre brevi contributi mirati a settori specifici: la pittura, cui nessuno ha mai dedicato uno studio; l’illustrazione; il muralismo (Dudovich fu anche autore di affreschi di ampie dimensioni in edifici pubblici e privati).
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a) A integrazione del percorso espositivo si curerà la realizzazione di un video, che illustri – possibilmente con ulteriori materiali – il progresso del manifesto nell’arco di tempo preso in esame, e che consenta altresì la visione di altri manifesti di Dudovich non esposti in mostra.

b) Si curerà in particolare l’ “ambientazione” della mostra, con una pertinente selezione di abiti femminili e oggetti d’epoca, relativi alla toilette femminile, da affiancare alla produzione grafica di Dudovich: probabilmente si realizzerà anche una colonna sonora, con una collage di canzoni e romanze da salotto.

Infine occorre aggiungere che la mostra di Dudovich potrebbe rappresentare il primo episodio di una “miniserie” dedicata ai due grandi cartellonisti di origini triestine: Dopo Dudovich, possibilmente nel 2004 (a 60 anni dalla morte), sarebbe di estremo interesse allestire una rassegna monografica dedicata a Leopoldo Metlicovitz, cartellonista geniale e prolificassimo, troppo spesso misconosciuto, e autore inoltre – ancor più geniale di Dudovich – di quadri di estremo suggestione, rimasti in massima parte di proprietà degli eredi. Le due mostre, riunite e coordinate, costituirebbero un unicum culturale di assoluto rilievo, e potrebbero collegarsi ulteriormente al progetto di un’esposizione dedicata a Guido Marussig, altro pittore-cartellonista triestino di chiarissima fama.

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