Gli eventi del Cinquantenario del ritorno di Trieste all\’Italia

1954 ñ 2004
COmune di Trieste
Assessorato alla cultura

GLI EVENTI DEL CINQUANTENARIO
DEL RITORNO DI TRIESTE ALL’ITALIA

MOSTRE E CONVEGNO

Trieste, un sogno tricolore, 1945-1954
Fotografie dall’Archivio Alinari
Musei del Canal Grande, Sala Leonardo, 4 novembre 2004-9 gennaio 2005

Trieste anni cinquanta
La città delle forme (Architettura e arti figurative a Trieste, 1946-1957)
La città della ricostruzione (Lo sviluppo urbanistico a Trieste, 1945-1957)
La città reale (Economia, società e vita quotidiana a Trieste , 1945-1954)
Piscina Comunale “Bruno Bianchi”, 27 novembre 2004-9 gennaio 2005

Sarà una festa in grande stile quella che Trieste si appresta a celebrare per ricordare i 50 anni del ritorno all’Italia. Accanto alle manifestazioni ufficiali, come l’arrivo, il 4 novembre, del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, è infatti in programma una vera e propria batteria di mostre di alto livello, che fotograferanno come la città progettÚ la sua ricostruzione e il suo futuro dall’inizio del periodo di amministrazione provvisoria angloamericana, fino alla sua normalizzazione e al suo reinserimento a pieno titolo nel contesto nazionale. Una iniziativa che colma una lacuna della memoria, anche locale, visto che finora l’attenzione è stata riservata quasi esclusivamente alle vicende politiche e diplomatiche di quel periodo, ed ai conseguenti conflitti storici e ideologici che ne furono conseguenza.
Sotto il titolo “Trieste anni Cinquanta”, vengono ricostruiti, attraverso tre percorsi specifici, le trasformazioni dell’apparato produttivo, la ricostruzione post bellica, le nuove iniziative imprenditoriali, ma anche il risveglio della cultura nelle sue varie forme, il nuovo sviluppo ubanistico della città. E ancora, la vita quotidiana dell’epoca, il lavoro, le politiche sociali, la costruzione della democrazia durante l’amministrazione del GMA .
Un racconto completo che abbraccia nove anni, non sempre facili, ma anche una iniziativa di grande respiro, per la quale, non a caso, è stata scelta come sede espositiva la vecchia piscina Bianchi, edificio progettato e realizzato in soli tre anni dal Governo Militare Alleato e inaugurato proprio nel 1954, anno del ritorno all’Italia.
Promossa e organizzata dal Comune di Trieste-Assessorato alla Cultura e dall’Università degli Studi, in particolare dai due dipartimenti di Storia e Storia dell’Arte e di Progettazione Architettonica Urbana (con il sostegno della Provincia), l’esposizione si articolerà attraverso tre direttrici di approfondimento, corrispondenti ad altrettante mostre. “La città delle forme. Architettura e arti figurative a Trieste”(curatori, lo storico dell’architettura Fulvio Caputo e Maria Masau Dan, direttrice del Museo Revoltella), ripercorre gli anni dal 1946 al 1957, un periodo che segna un profondo rinnovamento dell’architettura triestina. Umberto Nordio, Alessandro Psacaropulo, Aldo Cervi, Romano Boico, Ramiro Meng, Ernesto Nathan Rogers e, negli anni successivi Roberto Costa e Dino Tamburini, sono solo alcuni dei progettisti capaci di intrecciare l’esperienza locale con l’ispirazione internazionale, la continuità con l’innovazione. Dando vita ad originali risultati e a nuove tendenze razionaliste, che il pubblico potrà ammirare attraverso pannelli fotografici, plastici di scala, articoli di quotidiani e riviste, materiali di costruzione. Una parte suggestiva dell’esposizione è dedicata ai rapporti tra architetti, artisti, decoratori e ditte nell’allestimento degli arredi navali, che trasformarono i transatlantici e le navi passeggeri, in vere e proprie gallerie d’arte.
“La città della ricostruzione. Lo sviluppo urbanistico di Trieste. 1945-1957”(curatori Paola Di Biagi, Alessandra Marin, Elena Marchigiani), ci mostra la rapida ripresa dell’attività edilizia a Trieste durante gli anni del Governo Militare Alleato, determinata anche dall’emergenza abitativa conseguente alle distruzioni belliche. “Un’attività di costruzione-ricostruzione della città ñ come scrive nel catalogo della mostra Paola Di Biagi ñ che impegna soprattutto l’amministrazione pubblica e che si concretizza non solo in singoli interventi ma anche attraverso quartieri, vere e proprie parti di città che, articolando edifici, spazi aperti e attrezzature collettive, traducono un’idea di città”. Accanto alla ricostruzione urbanistica, quella per la rinascita delle attività produttive, principale obiettivo del Piano Marshall: da un lato la ricostruzione dei danni subiti dall’apparato industriale nel corso della guerra e la riabilitazione dell’apparato produttivo, dall’altro la nascita del Porto industriale di Zaule, sancita dal GMA. L’esposizione è divisa in quattro sezioni principali: “La città di oggi, la città di ieri”, che attraverso un ricco repertorio di immagini ci mostra gli spazi della Trieste contemporanea esito degli interventi avviati nel periodo del Governo Militare Alleato; “Le condizioni generali” dedicata alle trasformazioni intervenute nella città e alla rilettura dei piani e dei progetti; e infine “I luoghi della residenza” e “I luoghi dell’industria”, quest’ultima sezione dedicata alla rinascita delle attività produttive triestine. In realtà gli interventi del GMA non si limitarono solo alle opere di soccorso e prevenzione, ma anche all’attenzione e all’aiuto per il rilancio dell’industria petrolifera, la creazione di una zona industriale (dove, fra il ’51 e il ’54 furono avviate sedici nuove imprese), il decollo del porto.
La direttrice espositiva che in un certo senso compendia e chiarisce il senso di tutta l’iniziativa è la mostra “La città reale: percorsi, identità, memoria.1945-1954 (curatori Pier Angelo Toninelli, Giulio Mellinato e Annamaria Vinci, docenti dell’Università di Trieste, Adriano Dugulin, direttore dei Civici Musei di Storia ed Arte, Bianca Ruderi, direttrice della Biblioteca Civica). Divisa in quattro sezioni, analizza e illustra la vita concreta e gli effettivi traguardi realizzati dalla città e dalla comunità locale, ricostruendo le trasformazioni dell’apparato produttivo, le iniziative imprenditoriali, le scelte economiche innovative, mettendo in evidenza anche gli apporti di carattere culturale che necessariamente provenivano dall’altra parte dell’Atlantico. Input che coinvolsero anche la cultura e le sue varie forme (istituzioni, associazioni, cinema, musica).
Ma città reale significa soprattutto il vissuto della gente comune e la riconquista per tutti, dopo gli sconvolgimenti della guerra e i lunghi e tragici anni di occupazione straniera, di una quotidianità normale. Le famiglie triestine erano impegnate, a quei tempi, a far quadrare il bilancio, a ricostruirsi un’esistenza dignitosa, a trovare nuovi spazi per la propria vita. In sostanza a recuperare un sufficiente livello economico e sociale. Tutto ciÚ nella provvisorietà, e nell’attesa per il destino della propria città. Solo il 5 ottobre del ’54, infatti, il Memorandum di Londra portÚ alla spartizione del Territorio Libero di Trieste tra Italia e Jugoslavia, e solo il 25 di quello stesso mese fu sancito il definitivo ritorno di Trieste all’Italia nel tripudio della cittadinanza.

“Trieste Anni Cinquanta” sarà aperta al pubblico dal 20 novembre 2004 al 9 gennaio 2005.
A fare da apripista, inaugurerà già il 4 novembre, ai Musei del Canal Grande, Sala Leonardo (via Rossini, 4) “Trieste, un sogno tricolore 1945-1954), una carrellata bellissime fotografie provenienti dagli archivi Alinari, che ripercorre le complesse vicende della città giuliana tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il suo ritorno all’Italia.
Il 3 novembre è invece in programma, alle 10, all’auditorium del Museo Revoltella, il convegno, promosso dal Comitato scientifico per le celebrazioni del Cinquantenario e organizzato dal professor Giuseppe Parlato, “La questione di Trieste nella politica italiana”, cui seguirà, il 4 novembre alle 16, la tavola rotonda “L’immagine riflessa. Trieste come identità nazionale e come ponte oltre le frontiere”, alla quale parteciperanno, fra gli altri, Arduino Agnelli, Giano Accame, Ernesto Galli della Loggia, Emanuele Macaluso e Sergio Romano.

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Ufficio stampa: Marina Nemeth ñ e-mail nimiz8@hotmail.com

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