I giovedì della primavera: Il profumo della rosa

In primavera a Trieste!

I GIOVEDI’ DELLA PRIMAVERA

Primo incontro
Giovedì 4 aprile 2013 ore 18, auditorium del museo
“Il profumo della rosa”

con Mariangela Barbiero, presidente dell’Associazione orticola del Friuli Venezia Giulia
a seguire proiezione del video
“La rosa di Valentino” di Pier Paolo Giarolo (durata 52’)

 

Il soggetto del video
Diciassette anni fa Valentino Fabiani, meccanico in pensione di Artegna, regalò trenta rose antiche alla moglie Eleonora per festeggiare l’anniversario di matrimonio. Quel giorno, Valentino non sapeva che il giardino dietro casa, che confina con la statale, i binari della ferrovia e il campo da calcio comunale, sarebbe arrivato a ospitare quasi duemila rose. Non immaginò nemmeno che Eleonora, casalinga curiosa, appassionata già di alberi antichi da frutto, «meli e peri moscatelle, biricoccoli e giuggiole», avrebbe voluto conoscere la storia di ogni rosa. Cosí poi lungo gli anni, mentre Valentino potava, scavava e piantava nuove rose, Eleonora sfogliava libri e cataloghi e battezzava nuove rose. Una storia che è diventata documentario per la regia di Pier Paolo Giarolo.
Un giardino che da metà aprile fino a giugno è meta di visitatori da tutt’Europa, un libro di Andrea di Robilant, in prossima uscita in America e Australia, ma soprattutto un racconto d’amore con molta magía, quella delle piante e dei fiori, dei luoghi che restano e resistono, dei vecchi luoghi abitati dalle piante che continuano a farci sognare..
Un lavoro da poeta, da mago, da artigiano dell’invisibile che rimette al suo posto il mistero del mondo, quello dei giardinieri, tra gli ultimi, con i contadini ad essere ancora in contatto con gli dei della natura. Eleonora Garlant, vive undici mesi all’anno in attesa della fioritura delle sue rose. Nel 1972 cominciò con il piantare rose moderne, «ma erano tutte uguali – spiega – e poco profumate».
Negli anni novanta scopre le rose antiche e se innamora al punto di chiederle in dono «per i trent’anni di matrimonio». Valentino non si limita a comprare le rose, fa di più. Si fa “mappare” il terreno adiacente il giardino di casa e lo riempie di rose, trenta piante, una per ogni anno di vita insieme. «Le prime rose in bocciolo vengono a vederle le amiche, il roseto è un incanto, la voce si spande e il cancello comincia ad aprirsi ai visitatori tantissimi anche da fuori Italia».
Un successo. Ed Eleonora, che parla dell’imperatrice Josephine, chiamandola Giuseppina, famosa coltivatrice di rose, come fosse una sua amica, colleziona fino a 207 rose ottocentesche, tra cui la “rosa di san Francesco”, senza spine, 178 tipi di rose botaniche, 154 “trovatelle autoctone”. Nel suo giardino ci sono le Centifolia, le Damascena, le Cinesi. Perché diversamente da quanto si crede le rose sono piante fortissime. «Il Friuli è terra di rose, quelle antiche della nostra terra sopportano anche i meno 35. Lo scorso anno è venuto in visita il massimo esperto di rose galliche, François Joyaux. Passeggiava per il roseto e diceva continuamente “incroyable!.
È poi venuto a trovarmi Frederic D’Agay, il pronipote di Saint Exupery, l’autore del Piccolo Principe. Quello che ha scritto sulle rose è vero, “è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. Io non sono mai andata via di qui, avrei voluto vedere l’Inghilterra, ma le mie rose hanno bisogno di me. A chi amate regalate una rosa “Rambler”, fatela arrampicare su un albero. La rosa lo abbraccerà. Insieme alla fioritura vi faranno il regalo piú bello e romantico che potrete desiderare».

 

 

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