I mobili di Le Corbusier, ultimi tre giorni di apertura

A cura di Cassina

Dal 2006-10-26 al 2006-11-19

Si chiude il 20 novembre la mostra LE CORBUSIER DESIGNER che presenta nello spazio espositivo del soppalco dell’auditorium i celebri mobili disegnati dal grande maestro francese dell’architettura alla fine degli anni venti e ancora straordinariamente attuali. In un allestimento originale che comprende molte informazioni sull’architetto e la sua opera, si possono vedere: LC1 del 1928, “Fauteuil à dossier basculant” la poltrona dallo schienale basculante che favorisce la continuità del riposo nelle diverse posizioni di lavoro; LC2 “Fauteuil grand confort”, pure del 1928, quattro cuscini, privi di legami, tenuti dentro una gabbia di tubi d’acciaio o cromati; la mitica “Chaise longue” a reglage continu rivestita in cavallino; LC6, tavolo in vetro appoggiato su piedestallo d’acciaio; LC7 , la sedia rotante con schienale curvo e imbottito, il più tardo LC11-P del 1934, tavolo dal piano in legno posato su due basamenti in ghisa sabbiata e dipinta, LC9, lo sgabello da bagno del 1928 col sedile in spugna. Molti pezzi sono presentati in più versioni e colori.
E’ la prima tappa italiana di un esposizione realizzata dalla Cassina, il produttore storico dei mobili di Le Corbusier, e già allestita a Londra. Sponsor della mostra è un’altra azienda importante nel campo dell’arredamento di qualità, la Zinelli e Perizzi di Trieste.
Rimarrà aperta fino al 20 novembre. Orari di apertura: ogni giorno dalle 10 alle 18. Martedì chiuso. Ingresso: 5 Euro

BIOGRAFIA DI CHARLES-EDOUARD JEANNERET DETTO LE CORBUSIER

Charles-Edouard Jeanneret detto Le Corbusier, nome d’arte che si era dato a ricordo di un suo zio materno (Lecorbésier), nasce a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera, il 6 ottobre 1887. Il padre, Georges Edouard Jeanneret, era un orologiaio, mentre la madre Marie Charlotte Amélie Jeanneret-Perret era una musicista.

IL MESTIERE 1900 – 1910
Nel 1900 inizia a studiare alla scuola d’arte a la Chaux-de-Fonds dove insegna Charles L’Esplattenier, personaggio chiave nella formazione del giovane Charles-Edouard, che lo indirizzerà verso l’architettura
Nel mese di giugno del 1907 Le Corbusier intraprende il suo primo viaggio alla scoperta dell’architettura; dopo Milano, Firenze, Siena, Bologna, Padova, Venezia, si reca a Vienna dove vi rimarrà per circa 4 mesi.
Tra il 1908 e il 1909 incontra Josef Hoffmann, Gustav Klimt, Tony Garnier, Auguste e Gustave Perret e dai Perret rimarrà a lavorare per un certo periodo come disegnatore a metà tempo. Nel 1909 rientra a la Chaux-de-Fonds per costruire le ville Stotzer e Jacquemet.
Nel 1910 è a Berlino e lavora per cinque mesi nello studio di Peter Beherens dove conosce Walter Gropius e Mies Van der Rohe. Le Corbusier inizia ad immaginare una sua architettura e il rigore formale che trova nello studio di Beherens gli va piuttosto stretto.

LE PRIME RICERCHE 1911 – 1922
Nel maggio del 1911 parte per “le voyage d’Orient” e visita Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest, Istanbul, Atene, ecc. appuntando abilmente le “immagini” nei carnets.
Costruisce alcune ville a la Chaux-de-Fonds e partecipa attivamente agli eventi culturali che si verificavano in quegli anni. Conosce molti artisti , tra cui Braque, Gris, Picasso, Lipchitz, Ozenfant, e con quest’ultimo fonda nel 1919 “L’Esprit Nouveau” (organo di diffusione della corrente pittorica del purismo).
Nel 1922 inizia la collaborazione con suo cugino Pierre Jeanneret, tiene la sua prima conferenza a la Sorbona e conosce Yvonne Gallis che sposerà nel 1930.

DA “VERS UNE ARCHITECTURE” al CIAM 1922 – 1930
Nel 1922 progetta una città di tre milioni di abitanti. Nel 1923 pubblica “Vers une Architecture” dove enuncia i fondamenti di una teoria architettonica di grande ambizione; secondo Le Corbusier il rinnovo dell’architettura contribuirà a migliorare la società. Nel libro sono anche indicati tre dei suoi cinque principi – 1. I pilotis (Les pilotis) 2. La pianta libera (Le plan libre) 3. Il tetto giardino (Le toit-jardin) 4. La facciata libera (La faÁade libre) 5. La finestra a banda (La fen’tre en bandeau, La fen’tre en longeur).
Nel 1924, con il cugino Jeanneret si installa al numero 35 di rue de Sèvres. Nel 1925 progetta il “Plan Voisin” per Parigi. Nello stesso anno costruisce, sempre a Parigi, il padiglione de l’Esprit Nouveau (ricostruito a Bologna nel 1977).
Nel 1928 su iniziativa di Le Corbusier viene organizzato a La Sarraz il primo Congresso Internazionale di Architettura Moderna (CIAM). Vi partecipano i più importanti architetti di quel periodo (Meyer, Aalto, Rietveld, Berlage, ecc) con lo scopo di studiare e propagandare i fondamenti dell’Architettura Moderna.

I MOBILI
Alla fine degli anni venti Le Corbusier si dedica con un certo impegno al design. I mobili creati con la collaborazione di P.Jeanneret e C. Perriand, esposti nel 1929 al Salon d’automne a Parigi, lasciano perplessi i visitatori, perchè sembrano esaltare un concetto sopra ogni altra considerazione: quello di essere l’espressione concreta della loro stessa funzione. Cos’è una seduta, se non un oggetto che assolve il proprio compito accogliendo il corpo umano in una postura semi-eretta? Il progettista concentra la sua azione sul concetto dell’utile e delle necessità all’uso. Intorno alla struttura più semplice, quella di un tubo metallico eletto a supporto primario dell’oggetto, si organizzano i componenti base di ogni tipo di seduta: la struttura si fa gabbia di contenimento o sistema di appoggio. Questi mobili furono concepiti come degli strumenti idonei ad abitare in modo corretto gli spazi costruiti per l’uomo moderno: ancora oggi, si integrano perfettamente nell’habitat quotidiano, e ciÚ è dovuto principalmente alla convinzione di Le Crbusier di esprimere nella concretezza dell’oggetto di utilità, il nuovo valore proposto dal binomio forma- funzione. In tal modo l’oggetto, spogliato dell’ornamento, recupera la sua irriducibile intima bellezza, esprimendo la propria natura nell’armonia della nuova forma, semplice ed essenziale.

DA LA “VILLE RADIEUSE” AL “MODULOR” 1930 – 1948
Nel 1935 pubblica “La Ville Radieuse” progetto per la città del futuro: “La città di domani dove sarà ristabilito il rapporto uomo-natura”. Questa città del domani sarà organizzata, secondo Le Corbusier, in zone distinte dove la gente vive in torri immerse nel verde e lavora in zone separate le une dalle altre. Questo concetto é completamente in antitesi alla città a sviluppo orizzontale immaginato da Wright.
Nel 1941 pubblica la “Carta di Atene” trattato urbanistico dove viene enunciato il concetto della “zonizzazione” che influenzerà la pianificazione di mezza Europa. Durante la seconda guerra mondiale elabora il “Modulor” che pubblicherà nel 1948.

DA CHANDIGARH A CAP MARTIN 1951 – 1965
Nel 1950 viene designato Consigliere del Governo di Punjab e nel 1951 effettua il suo primo viaggio in India. Tra mostre, esposizioni, conferenze, Dottorati Honoris Causa, medaglie, ecc. riafferma e consolida la sua fama internazionale.
Il 27 agosto del 1965 Le Corbusier muore all’età di 78 anni a Cap Martin, sulla Costa Azzurra, mentre fa il bagno.

I CINQUE PUNTI ESPRESSI IN “VERSO UNA ARCHITETTURA”:

1. I Pilotis. Risolvere un problema in maniera scientifica significa innanzi tutto distinguere i suoi elementi. In una costruzione si possono senza dubbio separare le parti portanti e non. Al posto delle primitive fondamenta, sulle quali poggiavano setti murari, il cemento armato permette di usare fondamenta puntiformi e al posto dei muri pilastri. I pilotis sollevano la casa dal suolo, gli spazi vengono sottratti all’umidità del terreno e hanno luce ed aria. La superficie occupata dalla costruzione rimane al giardino che passa sotto alla casa, il giardino è anche sopra la casa, sul tetto.

2. I Tetti Giardino. Il tetto piano richiede in primo luogo un utilizzo logico ai fini abitativi: tetto-terrazza, tetto-giardino. Il calcestruzzo richiede una protezione dagli sbalzi termici, per assicurarne una maggior durata. Il tetto-terrazza soddisfa anche quest’esigenza, adottando una misura particolare di protezione: sabbia ricoperta di lastre spesse di cemento, a giunti sfalsati seminati con erba. L’effetto ottenuto e quello di una massa termoregolatrice, radici e sabbia lasciano filtrare l’acqua lentamente. I tetti-giardino diventano opulenti: fiori, arbusti e alberi, prato. In generale per una città i tetti-giardino significano il riscatto di tutte le superfici edificate.

3. Il Plan Libre. I muri portanti, partendo dal sottosuolo, si sovrappongono formando il pianterreno e gli altri piani, fino al tetto: la pianta è schiava. Il sistema dei pilastri porta i solai, i tramezzi sono posti a piacere secondo le necessità e nessun piano è vincolato all’altro. Non esistono più pareti portanti ma solo membrane solide a piacere, ne consegue l’assoluta libertà di configurazione della pianta, che consente una grande economia di volume costruito e un rigoroso impiego di ogni centimetro quadrato, che compensano i maggiori costi di una costruzione in calcestruzzo armato.

4. La Fenetre En Longeur. I pilastri formano, con i solai, vuoti rettangoli in facciata, attraverso i quali luce ed aria entrano abbondantemente. La finestra corre da un pilastro all’altro, e sarà quindi una finestra in lunghezza. Gli spazi in tal modo sono illuminati uniformemente da parete a parete. Il cemento armato rivoluziona la storia della finestra. La finestra puÚ correre da un bordo all’altro della facciata. Il calcestruzzo armato offre per la prima volta con la finestra in lunghezza la possibilità di massima illuminazione.

5.La Facciata Libera. Giacché si fanno aggettare i piani rispetto i pilastri portanti l’intera facciata si sposta all’infuori rispetto la struttura. Essa perde quindi la qualità portante, e le finestre possono essere estese in lunghezza a piacere, senza diretta relazione con la suddivisione interna. Così la facciata ottiene una configurazione libera

Civico Museo Revoltella – via Diaz, 27 – Trieste – tel. 040-6754350
Orari di apertura della mostra: ogni giorno dalle 10 alle 18. Martedì chiuso. Ingresso: 5 Euro.

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