Il festival Trieste Prima si apre con un prologo primaverile

Il festival Trieste Prima – Incontri Internazionali con la Musica Contemporanea, organizzato dall’associazione Chromas, giunge quest’anno alla 29ma edizione. Nei ventinove anni di attività la manifestazione, di cadenza annuale, nata da un’idea del compianto compositore triestino Giampaolo Coral, ha aperto alla città di Trieste una interessante prospettiva sulle evoluzioni del pensiero musicale contemporaneo; prospettiva che ha ampliato gli orizzonti musicali di una città che troppo spesso, nell’ambito della musica classica, ha guardato piuttosto al passato che al futuro. Il primo concerto del festival si tenne il 16 maggio del 1987: il 16 maggio è quindi la data propizia per inaugurare il Trieste Prima di quest’anno (il festival da alcuni anni si svolge in autunno) con un prologo primaverile, denominato Aspettando Trieste Prima.
Sabato 16 maggio dunque, presso l’Auditorium del Museo Revoltella, alle ore 18, si potrà assistere al concerto di due giovani pianisti, Gaston Polle Ansaldi e Filippo Gorini, che si cimenteranno in uno dei capisaldi della letteratura pianistica contemporanea: i Klavierstücke di Karlheinz Stockhausen (1928-2007). Il percorso artistico di quest’ultimo, considerato oggi uno dei compositori più importanti del Secondo Novecento, dedica infatti al pianoforte un’attenzione del tutto particolare.
Stockhausen scrive i primi Klavierstücke nel 1952: sono gli anni in cui l’eredità della dodecafonia weberniana è molto sentita, anni in cui si crede, tra le macerie della seconda guerra mondiale appena conclusasi, in una musica radicalmente nuova. Stockhausen è testimone attivo anche della continua evoluzione estetica a cui tende la creatività musicale del suo tempo: dalla “musica puntillista” dei primi pezzi per pianoforte devia ben presto verso la “composizione per gruppi”, immaginando brani in cui i suoni trovano una coesione più esplicita (Filippo Gorini ne sarà interprete nei Klavierstücke V e IX), sino ad approdare, negli anni Ottanta,  alla concezione di una musica “multiformale”, in cui il musicista diventa anche attore. Quest’ultima è affidata a Gaston Polle Ansaldi, interprete del Klavierstück XIII. Il brano è inserito nell’opera forse più rappresentativa di Karlheinz Stockhausen, Licht, per alcuni aspetti simile alla tetralogia wagneriana; il pianista dovrà proporsi infatti anche in una dimensione semiscenica, in cui gesti teatrali e frammenti appartenenti sia alla sfera del linguaggio che all’espressività vocale simbolica concorreranno ad un’entità di arte totale.
Nell’intento di avvicinare l’opera di Stockhausen ad un pubblico più vasto, il concerto sarà preceduto da una prolusione ai Klavierstücke, con proiezioni e ascolti.
 

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