Incontri sul tema “Arte e Psicanalisi”

Giovedì 26 e venerdì 27 settembre, alle ore 18.00, l’Auditorium del Museo Revoltella ospiterà gli ultimi due incontri sul tema “ARTE E PSICOANALISI” proposti da Anna Maria ACCERBONI PAVANELLO, storica della psicoanalisi e curatrice assieme a Maria MASAU DAN – direttore del Museo – della mostra “ARTE E PSICANALISI. VOLTI”, visitabile fino al 30 settembre.
Filo conduttore della mostra, composta essenzialmente di ritratti e autoritratti, sono la figura di Arturo NATHAN e l’uso che fece dell’autoritratto, strumento terapeutico collegato all’analisi con Edoardo WEISS. E i suoi tre autoritratti presenti nell’esposizione testimoniano un percorso di chiarificazione e liberazione. Una sezione di “ARTE E PSICANALISI. VOLTI” propone poi gli autoritratti di Umberto VERUDA, Arturo FITTKE, Gino PARIN, Piero MARUSSIG, Carlo SBISA’, Tullio SILVESTRI, Santo BIDOLI, Bruno CROATTO e Dyalma STULTUS a dimostrazione di come gli artisti triestini dei primi trent’anni del novecento abbiano dedicato una grande attenzione a questo genere pittorico, “quasi a registrare – scrive Anna Maria ACCERBONI – problemi sottili di identità a livello generazionale, in un periodo storico di transizione e di grossi cambiamenti”. E accanto a NATHAN trovano giusta collocazione due pittori “i cui autoritratti – scrive ancora la ACCERBONI – rispecchiano aspetti che, nella autenticità della pittura di NATHAN, hanno trovato una integrazione e una sublimazione: l’incombere della follia e l’Io diviso di Vito Timmel , il falso se’ e la moltiplicazione ludica ed esteriore dell’identità, secondo il modello pirandelliano dell'”uno, nessuno e centomila”, di Cesare SOFIANOPULO”.
E “L’AUTORITRATTO MODERNO: LA CRISI NELLA RAPPRESENTAZIONE DEL SE'” sarà il tema dell’incontro con Simona ARGENTIERI di giovedì 26 settembre (già previsto per mercoledì 18 e poi annullato). “L’interpretazione dell’autoritratto con gli strumenti psicoanalitici – sostiene la ARGENTIERI – è molto invitante, molto ricca, apparentemente troppo facile. L’assunto basilare che l’opera rispecchi l’animo del suo creatore – da Platone a Leon Battista Alberti – merita una discussione. Un autoritratto, infatti, puÚ esprimere in primo luogo gli aspetti espliciti culturali, consci dell’io; mentre i tratti più segreti della personalità possono essere celati altrove, in altre figure umane e non umane, nel paesaggio o nell’astrazione delle immagini. La cosiddetta modernità coincide – come è noto – con la destrutturazione della forma (interessanti correlazioni possono essere delineate con la letteratura); nel volto del pittore irrompono le perturbanti parti rimosse, scisse, proiettate e reintroiettate di se’, in una deriva che sembra irreversibile. L’integrazione tra gli aspetti visuali e non visuali, simbolici e presimbolici della rappresentazione di se’, la discrepanza tra ciÚ che si sente e ciÚ che si vede, è il dramma creativo di ogni artista di tutti i tempi. Un dramma al quale la psicoanalisi ha fornito lo scenario emotivo e le parole per pensarlo e comunicarlo a se’ e agli altri a livello di coscienza”.
Simona ARGENTIERI – che nell’incontro con il pubblico triestino si soffermerà in particolare sul tema degli occhi e dello sguardo e quindi sugli occhi chiusi del celebre autoritratto di NATHAN, quasi il simbolo della mostra “ARTE E PSICANALISI. VOLTI” – è Membro Ordinario e Didatta dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell’International Psycho-Analitical Association. Fra le sue pubblicazioni più recenti, in collaborazione con altri autori, “Freud a Hollywood”, “La Babele dell’inconscio-La lingua madre e lingue straniere nella dimensione psicoanalitica”, “Anna Freud, la figlia” (in “Psicoanalisi al femminile”), “L’uomo nero”, “La fatica di crescere: Anoressia-Bulimia, sintomi del malessere di un’epoca confusa”, “Il padre materno, da San Giuseppe ai nuovi mammi”, “Materia che sogna – I rapporti fra psicoanalisi e neuroscienze”. Ha inoltre curato l’edizione italiana di “Freud e l’arte”.
“IL VOLTO ALLO SPECCHIO: SVELAMENTO” sarà invece il tema dell’intervento della storica dell’arte Caterina VIRDIS LIMENTANI di venerdì 27, che partirà da considerazioni generali sull’ambiguità dell’autoritratto, che costituisce un raddoppio dell’immagine naturale ottenuta attraverso il raddoppio meccanico offerto dallo specchio, per poi passare a considerare le tensioni proprie della rappresentazione di se’ da parte degli artisti del Novecento, per giungere a verificare l’ipotesi mediante l’analisi dei dipinti dell’ambiente triestino nei primi anni del decennio.
Caterina VIRDIS LIMENTANI è professore associato di storia dell’arte fiamminga e olandese all’Università di Padova. Membro della società di storia della miniatura, dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici, dell’International Association of Semiotic Studies e del Centro Interdipartimentale della Psicologia dell’Arte e del Colore, è autrice di oltre cento pubblicazioni, comparse in Italia e all’estero, fra le quali particolarmente attinenti al suo intervento di venerdì prossimo, “Il quadro e il suo doppio. Effetti di specularità narrativa nella pittura fiamminga e olandese”, “Paesaggio e racconto in Edgar Allan Poe”, “Il volto della paura. Trasformazioni e deformazioni negli autoritratti”, “Estetica delle emozioni vs emozione estetica” e “Contratto e ritratto”.
All’intervento della prof.ssa VIRDIS LIMENTANI ne seguirà uno conclusivo della dott.ssa ARGENTIERI, che permetterà al pubblico di comparare il parere di una psichiatra e quello di una storica dell’arte.

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