Inizia domani il Festival Trieste Prima di musica contemporanea

Il festival Trieste Prima 2013 inaugura la propria stagione il 2 novembre.
Anche quest’anno la nostra città potrà assaporare quanto di nuovo sta accadendo nell’ambito della musica contemporanea seria. Sabato 2 novembre, infatti, nella prestigiosa cornice del Museo Revoltella, si inaugura la stagione concertistica del festival Trieste Prima.
Nato nel 1987 da un’idea del compianto compositore triestino Giampaolo Coral, prematuramente scomparso nel 2011, il festival ha introdotto la città di Trieste al mondo della musica classica del Secondo Novecento, anno dopo anno, sino ad affacciarsi al nuovo millennio, sviluppando anche qui, al pari delle grandi città quali Milano o Roma, una cultura dell’ascolto diversa, problematica, intrisa dei fermenti culturali di quel secondo dopoguerra che ha respirato il tramonto dell’Occidente nella prospettiva, faticosa ma fortemente voluta, del vedersi rinascere.
La stagione si preannuncia estremamente interessante: durante il mese di novembre si avrà l’opportunità di seguire ben sette concerti, tutti alle 18.00 e tutti all’Auditorium del Museo Revoltella. La tematica che collega i sette appuntamenti è volta all’approfondimento del concetto di postmodernità: l’epoca dell’avanguardia musicale è alle nostre spalle (e con essa lo sono anche le sue problematiche sull’incomunicabilità) e il pensiero musicale contemporaneo è nuovamente “intriso di storia”. Ma quale “storia”? In due parole, la denominazione che si è scelto per il festival 2013, espressivo, caratterizza la nuova semplicità tedesca, una musica nuovamente attenta alla percezione (e quindi al pubblico che ascolta) soprattutto tramite alcuni stilemi desunti dal passato. Ecco che tutti i concerti propongono almeno un compositore tedesco: da Wolfgang Rihm a Matthias Pintscher, da Georg Katzer a Jörg Widmann. Ma l’ottica che ha caratterizzato Trieste Prima nei suoi ventisette anni di attività è anche l’apertura della nostra città alla cultura dell’Est europeo. L’edizione 2013 pone l’accento sulla Croazia, da quest’anno nell’Unione Europea, e sulla Slovenia: il 2 novembre si esibirà infatti il Cantus Ensemble di Zagabria, mentre il 15 sarà la volta del Trio Slavko Osterc di Lubiana. L’occidentalizzazione dei due paesi interessa anche la loro espressività musicale?
Una terza possibilità d’ascolto ci è data dal confronto tra gli interpreti affermati e quelli emergenti: il 23 novembre si riprenderà il ciclo I giovani e la musica contemporanea (intrapreso nelle prime edizioni del festival ma interrotto dopo qualche anno), presentando al pubblico due talenti locali, il duo di percussionisti Zari.
A tutto ciò si aggiunge la novità introdotta nel 2012: l’esplorazione dell’Ovest europeo. Se l’anno scorso si è presentato il Gruppo di musica contemporanea di Lisbona, quest’anno è la volta dell’ensemble Cosmos 21 di Madrid, che il 10 novembre ci proporrà uno spaccato della migliore produzione contemporanea musicale spagnola.
Per concludere, una quinta polarità di lettura del festival è data dall’approfondimento del pensiero musicale contemporaneo italiano. Il 9 novembre si esibisce l’eclettico pianista Alfonso Alberti con un insolito confronto tra Niccolò Castiglioni, uno dei più importanti compositori italiani del Secondo Novecento, e Franz Schubert, mostro sacro del romanticismo tedesco; il 18 novembre si propone invece l’MDI Ensemble, uno dei gruppi italiani più in vista nel panorama della musica contemporanea internazionale. L’omaggio alla civiltà musicale italiana si conclude il 27 novembre, ultimo concerto della stagione, con un interprete d’eccezione: il Quartetto Paul Klee di Venezia.
Trieste Prima 2013 non è però solo il festival triestino: la parabola concertistica di quest’anno è iniziata già in primavera e si concluderà nella primavera del 2014. Dopo il successo avuto in aprile alla Biennale Musica di Zagabria, l’opera più emblematica del fondatore di Trieste Prima Giampaolo Coral, Demoni e fantasmi notturni della città di Perla, sarà infatti eseguita (dall’Icarus Ensemble) tra qualche mese, con la collaborazione dello Schönberg Center, all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna.
       
 

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