La donazione Stultus al Museo Revoltella

Presentata da Vittorio Sgarbi lo scorso 16 dicembre, alla presenza di Selma Stultus, una delle tre figlie del pittore Dyalma Stultus (Trieste 1901 – Darfo/BS 1977) e dei suoi familiari, la donazione Stultus si trova esposta al quinto piano della Galleria d’arte moderna. La donazione, che comprende dieci dipinti come già riportato sulla stampa locale, è affiancata, per tutto il tempo in cui rimarrà visibile al pubblico nella sua interezza, dalle opere di Dyalma Stultus già appartenenti alle raccolte del Museo Revoltella, un delicatissimo paesaggio ad acquerello (Pian di Borno sul fiume Oglio) e il più noto dipinto La corona di San Giovanni, del 1930.

Nelle due sale dedicate all’opera di Stultus, residente e attivo a Firenze dal 1940, pittore appassionato, scultore e illustratore, amico di personaggi influenti e rinomati dell’ambiente letterario, artistico e culturale della prima metà del Novecento a livello locale e nazionale, si trovano epsoste anche alcune stampe fotografiche originali che raffigurano uno Stultus giovanissimo ed affascinante, ed anche la bellissima moglie e musa di una vita Norma Aquilani, all’epoca del loro incontro, negli anni Trenta. In alcuni formidabili scatti del fotografo Aurelio Stiebel, entrambi indossano gli abiti originalissimi dell’artista triestina Anita Pittoni, pubblicati nel 1933 sulla rivista “LIL. Lavori in Lana”, fondata dalla stessa Pittoni.
Si ricorda che Vittorio Sgarbi, convinto estimatore del Museo Revoltella di Trieste, nonché profondo conoscitore e noto collezionista dell’arte triestina della prima metà del Novecento, ha presenziato a Trieste, nel febbraio 2021, la conferenza stampa che annunciava la donazione Stultus, in diretta streaming con le figlie del pittore.
Fu proprio il noto critico d’arte ad auspicare in quella occasione la possibilità di approfondire, nel modo più adeguato e autorevole, la figura e l’opera della sfaccettata personalità di Dyalma Stultus.

Intellettuale raffinato e sensibile, l’artista triestino è stato apprezzato e stimato, fin dai suoi esordi artistici, da alcune delle personalità più rappresentative della cultura triestina d’inizio secolo, quali, Giani Stuparich, Anita Pittoni, Silvio Benco, e Italo Svevo, che lo ospitò frequentemente a Villa Veneziani e che gli donò nel 1927 una copia della “Coscienza di Zeno” con la seguente dedica: “Al giovane pittore Dyalma Stultus. Ammirazione e auguri. Ettore Schmitz 29-I-1927”.
Molti critici di fama scrissero in seguito sulla sua attività e le sue opere, tra cui Ettore Cozzani, che dedicò molta attenzione a Stultus sulle pagine de “L’Eroica” negli anni Trenta e Quaranta del Novecento.
Trascorsa l’infanzia con la sola madre Erminia, Stultus rivelò fin dall’inizio la sua predisposizone artistica, che cercò di perseguire con grande tenacia, assieme all’altrettanto caparbio amico e validissimo scultore Franco Asco. Verso la fine del secondo decennio del Novecento, grazie a una borsa di studio a lui concessa dal Comune di Trieste, frequentò l’Accademia di Venezia seguendo i corsi dei maestri Ettore Tito e Augusto Sezanne. Diplomatosi nel 1921, dopo un biennio di esperienza formativa a Roma e a Firenze, si stabilì definitivamente nel capoluogo toscano dal 1941, dove si affermò con successo e insegnò presso l’Accademia di Belle Arti fiorentina.

Condizionato dalla pittura del pittore torinese Felice Carena, con il quale instaurò una sincera e prolungata amicizia, accolse ulteriori suggestioni dal contesto artistico-culturale toscano e dal linguaggio novecentista più in generale, mantenendo tuttavia uno stile del tutto personale e di profonda interiorità.

I dipinti oggetto della donazione, realizzati tra il 1930 e il 1954, documentando un periodo di particolare vitalità e originalità del linguaggio artistico del pittore triestino, contribuiscono perciò a valorizzare ed arricchire notevolmente le raccolte del Novecento giuliano del Museo Revoltella, affiancando le opere di importanti artisti concittadini quali Arturo Nathan, Leonor Fini, Carlo Sbisà, Cesare Sofianopulo, Giannino Marchig, Oscar Hermann-Lamb, Edgardo Sambo, Edmondo Passauro ed altri ancora.

ELENCO DELLE OPERE DONATE

  • Santa Croce di Aidussina, 1930, olio su tela, cm 90×90 (cm 105×105 con cornice)
  • San Daniele del Carso, 1934, olio su tela, cm 90,8×91,4 (cm 105,8×106, con cornice)
  • Portatrice di frutta, 1938, olio su tela, cm 111,5×111,5 (cm 128,5×128,5 con cornice)
  • Baccante, 1942, olio su tela, cm 120,6×121,7 (cm135,6×136,7 con cornice)
  • Dopo il bagno, 1943, olio su tela, cm 97,3×97 (cm 111,3×111 con cornice)
  • Vecchia strada fiesolana, 1945, olio su tela, cm 80×70,4 (cm 90×80,4 con cornice)
  • Nubi che passano, 1950, olio su tavola, cm 71,6×67,5 (cm 81×77,5 con cornice)
  • Fonderia, 1954, olio su tavola, cm 97,5×97,5 (cm 98,5×98,5 con cornice)
  • Autoritratto, 1973, olio su tavola, cm 68×59 (cm 73×64 con cornice)
  • Contadino stanco, 1948, olio su tavola cm 71,9×67,8 (cm 81,9×77,8 con cornice)

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