Sarà esposto da sabato 13 novembre fino al 5 dicembre nella sala da ballo del Palazzo Baronale del Museo Revoltella il disegno a penna e matita nera \”Nudo di schiena\” di Michelangelo, datato 1504-1505, mm.408×284.
In questo scattante studio anatomico, foglio tra i più celebri della Collezione della Casa Buonarroti, è stato identificato un primo schizzo per il gruppo centrale di giovani bagnanti della Battaglia di Cascina, l’affresco commissionato nel 1504 a Michelangelo da Pier Soderini, gonfaloniere della Repubblica fiorentina, le cui vicende abbiamo ripercorso nelle pagine precedenti.
Del perduto cartone michelangiolesco sappiamo, da una copia eseguita da Aristotele da Sangallo nel 1542, ora a Holkham Hall, che l’artista scelse di rappresentare, invece della battaglia vera e propria, il momento appena precedente, con i soldati fiorentini che uscivano dalle acque dell’Arno dove avevano trovato ristoro al gran caldo, in corsa per rivestirsi e affrontare lo scontro. Mentre il consunto foglio 613 E del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (fig.16), a punta metallica e a matita nera, che contiene uno schizzo di Michelangelo per la composizione dell’affresco, permette di riconoscere la nostra figura nel gruppo di uomini nudi che, sulla sinistra, corrono verso il fondo, dalla copia di Aristotele si deduce che in una successiva elaborazione del progetto l’artista abolì questa figura.
Johannes Wilde per primo pensÚ a un riferimento all’antico per il nostro disegno, il cui modulo compositivo fu da lui avvicinato alle figure di un sarcofago tardo-romano con le fatiche di Ercole, conservato al Museo Nazionale Romano. L’indicazione, definita “generica” dal suo stesso autore, segna tuttavia un punto importante nella lunga linea che traccia, nella biografia artistica di Michelangelo, il suo costante rapporto con l’antico.
Più di venti anni dopo, tra il settembre e l’ottobre del 1528, l’artista riutilizzÚ il foglio, ripiegato in quattro, per prendere alcuni appunti riguardanti il nipote Leonardo (una sua visita, il pagamento della fattura di un suo mantello e l’acquisto per lui di un paio di scarpe), e per annotare altre piccole spese.
A corredo del disegno, un catalogo con un saggio di Pina Ragionieri, Direttrice di Casa Buonarroti (autrice anche della scheda dell’opera), dal titolo Michelangelo e le Repubbliche Fiorentine che illustra il clima culturale nel quale è nata l’opera michelangiolesca.