Mostra Carlo Giorgio Titz 1948-1958

mostra

CARLO GIORGIO TITZ
1948-1958

Inaugurazione sabato 3 aprile 2004 ore 18

Museo Revoltella ñ 3 aprile ñ 6 giugno 2004

Sabato 3 aprile alle ore 18.00, nella sala auditorium del Museo Revoltella, sarà inaugurata la mostra dedicata a Carlo Giorgio Titz (1928-1958), uno dei personaggi più originali della scena artistica degli anni Cinquanta a Trieste morto prematuramente nel 1958.
La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste e curata da Maria Masau Dan e Sergio Brossi, sarà allestita nel soppalco dell’auditorium del Museo Revoltella; saranno presentati una quarantina di olii e un’ampia selezione di opere grafiche provenienti dalla collezione della famiglia e di altri collezionisti privati triestini.
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Per inquadrare nel clima della Trieste del dopoguerra la figura di Titz, riportiamo una breve nota del curatore della mostra Sergio Brossi:


Alla fine degli anni Quaranta e primi Cinquanta, sotto i portici di Chiozza, sostavano sul marciapiede, appoggiati alle catenelle dei paletti biancorosso, schiere di giovani. In genere si trattava di studenti del Dante, Petrarca e anche del Volta; ma si davano appuntamento pure un gruppo di artisti forse un po’ meno giovani della massa.
Le discussioni erano infinite, si parlava di tutto e anche di cinema, erano gli anni del cinema impegnato nella battaglia di idee. Nel gruppo c’erano Livio Rosignano, Marino Sormani, Sabino Coloni, Mariano Cerne e altri. Una sera capitÚ nel gruppo un giovane biondo, alto e sottile, sembrava un inglese, pure per il suo vestire alla moda di Londra. Era il pittore Carlo Giorgio Titz, nato a Spalato nel 1928, da padre triestino, e arrivato nel capoluogo giuliano già dal 1944, destinato a morire a soli trent’anni nel 1958.
Il giovane divenuto presto amico di Marcello Mascherini, Federico Righi, Sergio d’Osmo e dell’architetto friulano Marcello D’Olivo, era sempre ascoltato con interesse. Prima di tutto perché sembrava essere stato ovunque (in ogni modo a Milano aveva frequentato il Politecnico e lo studio di Achille Funi con il quale aveva collaborato all’allestimento di scenografie per la Scala); poi per il suo “fiuto”: sapeva e scopriva tutto (“non per nulla” ñ aggiungeva ñ “sono nipote di un poliziotto”).
Dieci anni o poco più durÚ la straordinaria avventura pittorica e artistica di Carlo Giorgio Titz: dal 1948 – i primi lavori ad acquarello dipinti al sanatorio di Arco – alle Torri, grande tela in bianco e nero presentata ad una mostra sindacale del 1958, mentre il suo autore stava per morire.
La sua pittura si sviluppÚ dai toni delicati, intimistici, dei primi acquarelli, alla gioia del colore dei paesaggi periferici (il porto, Ponziana) che assumevano l’aspetto della “banlieu” parigina conosciuta solo attraverso i capolavori del cinema realista francese. Poi la sua tavolozza si rischiarÚ man mano sino alle composizioni di cartoncino tagliato, bianche come concrezioni di cristalli di rocca.
In pratica non ci fu campo della semiologia della visione che non finisse con l’interessare il giovane artista. Così fece lo scenografo per l’appena fondato Teatro Nuovo di via Giustiniano, prima sede del Teatro Stabile. LavorÚ nello studio di D’Olivo che gli affidÚ arredamenti di abitazioni importanti. Scrisse di cinema per un quotidiano triestino. E soprattutto si trasformÚ in fotografo d’arte, ricercato da Mascherini, D’Olivo e dall’ingegner Roberto Costa.
Dal 1951 al è58 non ci fu a Trieste mostra di rilievo dove non apparisse il nome di Titz. Ed erano sempre contributi ñ come ripetutamente rilevÚ la critica, Decio Gioseffi in testa ñ degni di attenzione e viva ammirazione.
Alle tante mostre su vari talenti triestini messisi in luce soprattutto negli anni Cinquanta promosse dal Civico Museo Revoltella, ora si aggiunge l’ampia rassegna di opere di Titz. Dieci anni di attività artistica testimoniata da quasi una quarantina di olii ed un vero mare di carte, acquarelli, disegni, prove di stampa.
Ne esce un ritratto a tutto tondo di una sensibilità scoperta, opere che testimoniano di un particolare modo di essere, una singolare e sempre acutamente problematica capacità di esprimersi artisticamente, quasi sfiorando l’impossibile, che trae dall’oblio la figura del pittore Carlo Giorgio Titz.”
(Sergio Brossi)

Con cortese preghiera di diffusione e pubblicazione

Per informazioni
Museo Revoltella, via Diaz 27, Trieste
dal 4 aprile al 6 giugno 2004, dalle 9 alle 14 e dalle 16 alle 19, martedì chiuso, giovedì fino alle 22.30
tel +39 040 6754350 fax +39 040 6754137
revoltella@comune.trieste.it
www.museorevoltella.it

Comunicarte:
via Palestrina 1, Trieste
tel +39 040 3728526 fax +39 040 3475839
mail@comunicarte.info

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