Nell’anno di Scarpa un nuovo allestimento per la galleria d’arte moderna

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Dal 2006-06-01 al 2006-12-31

La galleria d’arte moderna del Museo Revoltella di Trieste, nata dall’ampliamento del museo nel vicino palazzo Brunner, è stata ristrutturata a partire dal 1963 su progetto di Carlo Scarpa. Il lavoro non fu condotto a termine in prima persona dall’architetto a causa di lunghe interruzioni, ma i suoi continuatori, prima l’assistente Franco Vattolo, negli anni Settanta, e, poi, Giampaolo Bartoli nel decennio successivo, rispettarono l’idea iniziale e, pur tra notevoli difficoltà, fecero in modo che nell’unico museo d’arte moderna progettato dall’architetto veneziano fosse ancora riconoscibile la sua impronta.
A differenza di quanto avvenne nel Museo di Castelvecchio di Verona, a Trieste Scarpa non potè progettare la sistemazione delle opere nei nuovi spazi, per cui, a lavori terminati, nel 1992 il museo si aprì al pubblico secondo un percorso sostanzialmente indipendente rispetto ai caratteri dell’architettura e finalizzato soprattutto all’esposizione di un alto numero di opere, in quanto il patrimonio dell’istituto era stato nascosto alla vista per decenni.
A quattordici anni di distanza, cogliendo l’occasione della celebrazione del centenario della nascita di Scarpa e, sulla base di un attento studio dei suoi disegni originali per il Museo Revoltella (messi a disposizione dal Ministero per i Beni Culturali, tramite la DARC, Direzione per l’architettura e l’arte contemporanea, ora proprietaria del fondo scarpiano, e pubblicati nel recentissimo volume “Carlo Scarpa e il Museo Revoltella”) si è ritenuto necessario ripensare al rapporto fra le opere e l’architettura, “alleggerendo” l’esposizione permanente e utilizzando quanto più possibile l’illuminazione naturale voluta da Scarpa per questi spazi e cercata dall’architetto in ogni piano attraverso grandi vetrate, lucernai, finestre angolari, aperture nei solai e nei vani scale.
Il risultato di questa nuova èedizione’ del museo è certamente una migliorata visibilità delle opere e un più equilibrato rapporto tra le stesse e lo spazio, oltre a una più facile comprensione dei diversi momenti storici grazie ad alcuni opportuni inserimenti e alla formazione di nuovi raggruppamenti.

Il nuovo percorso si snoda attraverso i quattro piani della galleria d’arte moderna (il cui punto di partenza è l’ultima sala del secondo piano di palazzo Revoltella) secondo questa successione tematica:

TERZO PIANO

– Il romanticismo italiano tra storia e aspirazioni risorgimentali
(da Hayez a Muzzioli, da Fattori a Morelli)

QUARTO PIANO

– Il verismo in Toscana: le origini della pittura di macchia (Cabianca e Borrani)
– Palizzi e la scuola meridionale (Michetti, Gemito, Vertunni)
– De Nittis e gli italiani a Parigi (Medardo Rosso)
– Quotidianita’ e patriottismo in Lombardia (Domenico Induno)
– Fine è800 tra Venezia e Trieste: il colore dei sentimenti (Nono, Favretto, Laurenti, Scomparini)
– Oltre l’Impressionismo: la luce nella pittura di paesaggio di fine è800
(da Ciardi a Flumiani, da Bezzi a Tavernier)
– Bistolfi e la scultura italiana dall’unita’ d’Italia al primo 900 (Barcaglia, Canonica)
– Verso il ’900 tra Accademia e Bohéme (Geoffroy, Balestrieri)
– Veruda, Wostry e Grunhut, tre triestini a Monaco
– Simbolo e realtà nel ritratto ufficiale (Grosso, Giani)

QUINTO PIANO

– Previati e il divisionismo in Italia
– Aspetti del simbolismo internazionale (von Stuck, Cottet, Carena, ZuloagaÖ)
– Casorati e il Novecento italiano (Carrà, Sironi, CarenaÖ)
– Mascherini e la scultura giuliana tra le due guerre (Asco)
– Echi secessionisti nella pittura triestina del primo ’900 (Timmel, Sambo e Parin)
– Gli amici di Svevo e Saba: Vittorio Bolaffio e Ruggero Rovan
– Inquietudini metafisiche negli anni trenta: Leonor Fini, Carlo Sbisa’ e Arturo Nathan
– Suggestioni letterarie nella pittura italiana (de Chirico, Savinio, Sofianopulo, Alberto MartiniÖ)
– Classicismo e anticlassicismo nella pittura degli anni venti e trenta (Sbisà, Stultus, Passauro, Fonda, PilonÖ)
– Piero Marussig da Trieste a Milano
– Pittori e cartellonisti (Dudovich, de Finetti, Orell)
– Arte triestina e giuliana tra realismo fotografico ed impegno sociale (Hermann Lamb, Canciani, Fittke)
– La luce e il colore nella pittura italiana degli anni venti e trenta (Cadorin, Nomellini, TosiÖ)

SESTO PIANO
– Gli anni del neorealismo (Zigaina, Guttuso)
– Surrealismo, Informale, Spazialismo (Fontana, Burri, De Luigi, MusicÖ)
– Gli Astratto Concreti (Vedova, Corpora, SantomasoÖ)
– L’astrattismo Italiano (Prampolini, Rho, Radice)

150° della fondazione del Museo Revoltella

Storie di lasciti e acquisizioni. Un patrimonio lungo 150 anni

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