Nuovo allestimento della galleria del museo

Dopo la mostra dedicata alla figura dello scrittore Italo Svevo, la galleria del Museo Revoltella presenta da qualche giorno un nuovo assetto espositivo. Al terzo piano, infatti, sono state allestite due nuove sezioni, una dedicata al tema della storia e l’altro a quello della pittura di genere, entrambe particolarmente ben rappresentate nelle collezioni del museo. Apre la prima sezione un interessante opera  di Sebastiano De Albertis, La battaglia di Pastrengo, in cui il pittore isola uno dei momenti più importanti della prima guerra d'indipendenza risalenti all’aprile del 1848.Particolarmente ben documentata è la produzione dei fratelli Induno,  Gerolamo e Domenico, entrambi impegnati nel raccontare i fatti storici a loro contemporanei. Di Gerolamo sono esposte La sentinella, ovale datato 1849,  Garibaldi ferito in Aspromonte, che narra gli avvenimenti dell’ agosto 1862, oltre a  La presa della torre di Malakoff, una delle vicende cruciali della Guerra di Crimea, e Il ritorno del marinaio proveniente dal lascito Nelly Bois de ChesneDi Domenico Induno, invece, apprezzato per la pittura di genere è esposta La Malinconia, capolavoro che rinvia agli avvenimenti e ai fatti del 1848 vissuti dalla parte dei più deboli. Conclude la sezione di storia un lavoro di Giovanni Fattori, Il Bivacco, in cui prevale l’aspetto umano, più che quello eroico, della vita militare delle truppe francesi accampate alle Cascine nel 1859.
 

Nella sezione dedicata invece alla pittura di genere, vengono presentate al pubblico alcune opere di Domenico Induno, uno dei massimi interpreti di questo tema in Italia, autore del Prestino, Al pozzo e In Sacrestia. Appartengono allo stesso genere anche i lavori di Antonio Rotta, artista di origini goriziane ma attivo principalmente a Venezia mentre del triestino Giovanni Rosè, si possono vedere alcune divertenti scenette tra le quali Il testamento di Revoltella. Concludono la sezione un’opera del fiorentino Pietro Saltini, La novella della nonna, e due opere di Angelo Inganni.

 

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