La tela, esposta una prima volta alla Biennale del 1912 e presentata nuovamente al pubblico triestino nel 1915, presso il Salone Michelazzi, era stata dipinta nel 1910.Nata probabilmente da un’impressione raccolta en plen air, l’opera subì poi un’accurata rielaborazione che svela l’interesse di Lucano per le immagini dalle luminosità particolari. Alba risultò infatti agli occhi del Pastori «piena di intenzioni, per quanto fosca e incerta e piena di senso spirituale nell’ora che imbianca e che avvolge nelle ombre che fuggono ogni cosa» (Pastori, 1912).In queste ricerche cromatiche e luministiche certamente sensibili furono le influenze della scuola d’Oltralpe conosciuta da Lucano durante il suo soggiorno a Monaco, quand’era allievo dell’Accademia di Belle Arti della città tedesca. Tali contatti sono riconoscibili soprattutto nell’uso delle ombre bluastre. Queste ultime erano piuttosto ricorrenti nel linguaggio figurativo tedesco che, tra Ottocento e Novecento, stava sciogliendo il romanticismo in una pittura di paesaggio in grado di esprimere più lirici “stati d’animo”. Al riguardo Favetta individuò nel Lucano una probabile dipendenza dall’opera di Johann Caspar Herterich (Favetta, 1982), ma i possibili modelli si potrebbero moltiplicare includendo pittori come Hermann Urban (ad esempio Notte lunare, riprodotto su “Emporium”, dicembre 1903). Non si potrà nemmeno passare sotto silenzio l’eco, in questa tela, di tanta pittura triestina degli inizi del secolo, dalla sensibilità malinconica di Pietro Fragiacomo – che tanto aveva colpito Lucano da indurlo a copiare la famosa Campana della sera, acquistata dal Museo Revoltella nel 1894 – ai più violenti e fascinosi cromatismi di Glauco Cambon, alle ombre colorate di Arturo Fittke.Di questo pittore triestino il Museo Revoltella possiede una decina di opere, oltre al presente dipinto, tra cui un Autoritratto del 1943, realizzato con le matite colorate, 46×36 cm, inv. 3608, un dipinto donato dallo stesso artista e intitolato Angoscia (Allegoria di nudi), olio su compensato, 50×65, inv. 4292, un secondo Autoritratto [1955], olio su faesite, 70×50 cm, inv. 3771, Barche, olio su tela, 38×51 cm, inv. 4499, il ritratto di Francesco Basilio, 1903, olio su tela, 130×93 cm, inv. 4071, il ritratto di Ruggero Rovan, 1902, olio su tela, 58×38 cm, inv. 1 – elenco Rovan, una natura morta intitolata Rose, olio su faesite, 57×45 cm, inv. 4495 e un Giardino con fontana [1910 ca.], olio su tela, 175×173, inv. 4856.