Bambino con l’anitra

Dettagli
Giacomo Manzù (Bergamo 1908 – Ardea/Roma 1991)
Bambino con l’anitra
1947
Tecnica: bronzo
Data acquisizione: 1948
Provenienza: acquistato dal Museo, Biennale di Venezia
Inventario: 3005
Dimensioni
Altezza: 45
Larghezza: 87

Bambino con l’anitra

Descrizione

L’opera fu acquistata alla Biennale di Venezia del 1948, dove Manzù ebbe una sala personale e vinse il Gran Premio per la scultura, ex-aequo con Henry Moore. Lo scultore, in una lettera del 6 settembre 1948, aveva espresso il desiderio di figurare con una sua opera nella collezione del Museo e aveva a tale fine offerto questo importante lavoro al prezzo di 450.000 Lire. Il bronzo appartiene ad un periodo molto importante della produzione di Manzù, che visse il decennio tra il 1938 e il ’48 all’insegna dell’identificazione tra attività artistica e impegno sociale. Nel 1939 espose a Milano alla seconda mostra del gruppo “Corrente”, con il quale condivise l’interesse per il realismo della vita vissuta e la contrapposizione alla retorica fascista, e nei primi anni Quaranta – con le serie delle Crocifissioni e delle Deposizioni – espresse la propria protesta contro la guerra, suscitando accese polemiche nell’ambiente politico ed ecclesiastico. Nel dopoguerra Manzù continuò ad utilizzare tecniche esecutive e soggetti antichi con uno stile moderno, capace di trasferire nel materiale plastico, prevalentemente bronzo, il palpito della vita. Lo studio delle diverse tensioni fisiche, riscontrabile in diverse sculture del decennio 1938-48, ritorna anche nel bronzo in esame, dove è rappresentato un bambino caduto all’indietro nello sforzo di trattenere un’anatra. Protagonista è il fanciullo già visto nei vari David del 1939-40, ma la compatta architettura della precedente figura è qui sostituita da un dinamico equilibrio di masse e di forze contrapposte. Il modellato scabro, che cattura e assorbe la luce, rende vivace e immediata la traduzione plastica della scena, in bilico tra la solidità della scultura quattrocentesca e il vibrante pittoricismo di Medardo Rosso. Nel Bambino con l’anatra l’autore riprende un soggetto già studiato in un bozzetto a carboncino del 1937. Si conoscono, inoltre, tre disegni raffiguranti lo stesso tema, pubblicati sulla piccola monografia di Luigi Bartolini, uscita nel 1944, e due stampe del ’40 e del ’49, pubblicate nel catalogo dell’opera grafica curata da Ciranna nel 1968. Recentemente esposta alla retrospettiva romana di Palazzo Venezia, è una ceramica del 1946 intitolata Putto con oca, che può essere considerata un diretto antecedente dell’esemplare del Revoltella.

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