L’opera Concetto spaziale: “Attese” fu venduta da Fontana ad un prezzo simbolico nel febbraio del ‘68, pochi mesi prima della scomparsa dell’artista. Come attesta una sua lettera indirizzata al direttore del Museo Revoltella, egli accettò di cedere un lavoro per la nuova galleria d’arte moderna, ritenendo fosse “un onore essere presente nel Museo”.Eseguita nel 1967 a Comabbio (Varese), dove Fontana si era trasferito per ragioni di salute, appartiene al ciclo più noto della sua produzione: i “Tagli”. Si tratta di ben 1300 pezzi, realizzati nel decennio 1958 – 1968, attraverso i quali, riprendendo i principi del Movimento Spazialista da lui fondato nel ‘46, l’autore cercò di “dare a chi guarda il quadro un’impressione di calma spaziale, di rigore cosmico, di serenità nell’infinito”. Considerando ingannevole la tridimensionalità ottenuta attraverso il disegno prospettico e il chiaroscuro, egli creò una profondità ridotta ma reale che, con il flettersi della tela verso l’interno, suggerisce la presenza di uno spazio infinito e sconosciuto oltre i limiti della stessa.