Quando Alfredo Tominz dipinse questa Battaglia di Aquileia era da oltre dieci anni conservatore del Museo Revoltella, carica in cui era succeduto al padre Augusto (1818-1883), anch’egli pittore come il nonno Giuseppe, che era stato il più famoso ritrattista della città nella prima metà del secolo. Nella scelta del soggetto, il dipinto, ispirato dall’assalto di Attila alla città di Aquileia (452 d.C), avvicina Alfredo Tominz alla produzione del padre, che era prevalentemente pittore di storia.
Ma lo stile è completamente diverso, fatto di pennellate rapide e ricerca di valori luministici. La carica degli Unni, che presero la città romana dopo tre mesi di assedio, è ricostruita con cura, come dimostrano i costumi e i trofei con le teste dei nemici, e tuttavia la rappresentazione dell’episodio appare solo un pretesto per mettere in scena una delle consuete corse di cavalli – più di frequente ambientate nella vita della società contemporanea – per le quali Alfredo Tominz ormai si era conquistato una discreta fama, non solo a Trieste. Inimitabile nella resa del movimento di questi animali, Tominz aveva imparato il mestiere a Monaco, dove, attorno al 1870, aveva frequentato lo studio del pittore animalista Adam. Nel dipinto in esame va osservata, però, anche la suggestione magica dell’effetto di controluce che attenua la crudezza della scena.
Dello stesso autore il Museo Revoltella possiede, inoltre, Cavalli al pascolo, olio su cartone, 48×63 cm, inv. 552; Corsa di bighe, 1907, olio su tela, 76×56 cm, inv. 705; Ritratto del barone G.B. de Scrinzi, 1885, olio su tela, 86×105 cm,inv. 83; Dopo l’arrivo, olio su tela, 46×37 cm, inv. 4860; L’amico Volpi a cavallo, 1889, olio su tela, 67×46 cm, inv. 4861 e Cavallo al pascolo, olio su cartone telato, 18×26 cm, inv. 4974.