Segnalato al Curatorio dal mercante d’arte triestino Giuseppe Schollian, fu il primo dipinto dell’artista goriziano ad entrare nelle collezioni del Museo Revoltella. «Le vecchie nei quadri del Rotta – commenta nel 1904 sulla rivista “Emporium” il critico Cantalamessa – sono ammirabili di carattere e di evidenza. Si sente la voluttà con cui ne ha studiato i visi solcati dagli anni, le mani angolose, la cui movenza compie l’espressione del viso, l’atteggiamento che risulta dal vigore scemato e dalla perdita di elasticità delle membra.»
E queste parole bene si adattano al dipinto del Museo Revoltella che raffigura, con un gusto fotografico per il dato veristico, l’immagine della nonna, non distratta dai nipotini, come in altre rappresentazioni dell’autore, ma intenta ad intraprendere un colloquio diretto con chi osserva. La verosimiglianza del volto e delle mani ci attraggono, come l’esattezza con cui vengono descritti tutti i dettagli, le vesti, la consistenza della stoffa ricercata orlata di pizzo trasparente (sembrerebbe uno scialle in seta) serrata nella mano.
Oltre all’opera qui esaminata il Museo Revoltella possiede di questo pittore altri cinque dipinti, ovvero, In sacrestia, 1865, olio su tela, 61×52 cm, inv. 2601, Meditazione, olio su tela, 67×56 cm, inv. 258, Ragazzina ambiziosa, olio su tela, 61×52 cm, inv. 655 e due dipinti molto interessanti che costituiscono una sorta di ‘pendant’ tematico, perché trattano il medesimo soggetto con alcune varianti, ovvero [Padrone che cura il cane] 1861, olio su tela, 61×72 cm, inv. 5022 e [Cane ammalato con padrone], 1871, olio su tela, 61×72 cm, inv. 5023.