Giuseppe Schollian, “indoratore e negoziante di quadri”, propose al Curatorio del Museo Revoltella l’acquisto di un dipinto di Filippo Palizzi. Pur con difficoltà, a causa del parere negativo espresso da alcuni membri del Curatorio – Luigi Tedeschi definì “un difetto disgustoso quella massa di teste di bovi senza corpo che sta a sinistra del quadro” – , l’opera fu acquistata ed oggi ben rappresenta l’arte dell’artista abruzzese, assieme ad una più recente acquisizione (2002) del dipinto intitolato Pastorella con capretta, 1870, olio su tela, 49×74 cm, inv. 5020.
Nello stesso anno dell’acquisto del dipinto, il Curatorio decise di accogliere nelle collezioni del Museo un altro dipinto importante, il Paesaggio di Achille Vertunni che, con l’Abbeveratoio e le opere degli altri fratelli Palizzi (Francesco e Giuseppe), avrebbe sempre meglio documentato al Museo Revoltella la Scuola meridionale, più tardi integrata con le rilevanti acquisizioni di Domenico Morelli (vd. scheda), di Francesco Paolo Michetti (Pastorelli, Contadino abbruzzese, Contadini abbruzzesi), di Edoardo Dalbono (vd. scheda), di Bernardo Celentano (vd. scheda) e di altri artisti ancora. «[…] Il meticoloso naturalismo di Filippo, – commentava Baboni nel 1994 – sempre finalizzato all’approfondimento analitico di una realtà unitaria, si scioglie in più vibranti appoggi, tipici degli anni Settanta, senza nulla perdere in efficacia esecutiva ed in finezza di trasparenze […]». Del dipinto esiste anche uno studio preparatorio, Contadina di spalle con tinello in testa, conservato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, e una variante intitolata Paesaggio con animali e pastori (Napoli, coll. priv.), dove l’episodio centrale del quadro triestino funge da sfondo a una scenetta movimentata da diversi animali imbizzarriti.