«Attesi per qualche tempo allo studio della figura, ma da circa un trentennio – scrive di sé Tosi nel 1931 – mi sono dedicato quasi esclusivamente alla pittura di paese e nature morte.» Il paesaggio del Museo Revoltella, eseguito nel corso della prima metà degli anni Trenta considerato lo stile, che lo accomuna a diverse versioni dello stesso paesaggio eseguite in quegli anni, rappresenta “l’agro di Rovetta”, nella bergamasca Val Seriana, dove l’artista fissò la sua dimora in seguito al matrimonio con la contessa Beatrice Alborghetti di Bergamo. Poetiche varianti (Paesaggio a Rovetta, Nevicata, Dal mio giardino, L’agro di Rovetta, Prima neve, Estate, ed altri ancora) di questo scorcio, delimitato sullo sfondo sempre dagli stessi monti, il Falecchio e il Pizzo Formico, si ripetono costantemente anche nel decennio successivo, senza timore di arida ripetitività, come è ben espresso nelle parole di Scheiwiller che seguono: «[…] che la scelta del paesaggio si limiti a quello bergamasco e ligure e negli ultimi anni a quello del lago d’Iseo è verissimo; ma che nel ritrarre le loro sembianze, anche quando ricorre più volte allo stesso paesaggio, il pittore si ripeta, io lo nego assolutamente.» – afferma l’editore nel ’42, nello svelare l’aspetto più affascinante del pittore lombardo. «Ogni tela – continuava il noto editore- ha una fisionomia ben distinta e inoltre fortemente personale». (Scheiwiller, 1942)
Di questo artista il Museo Revoltella possiede un altro dipinto intitolato Garzana, olio su tela, 50×60 cm, inv. 3381, uno scorcio suggestivo del Lago d’Iseo, entrato nelle collezioni museali nel 1955, mediante la stessa modalità di acquisizione di diverse altre opere, quale dono della Presidenza del Consiglio-Ufficio zone di confine, in occasione della ricongiunzione di Trieste al territorio italiano (1954).