Tra le meno scontate composizioni di Malacrea, questa natura morta con pesci e verdure, che reca la data del 1859, rientra in quel gruppo di opere tra le quali va inserita anche la Natura morta con alzata, 1859, olio su tela, 50×41 cm, inv. 2615 (a sua volta proveniente dalla collezione Piacere), in cui egli adotta il primissimo piano per evidenziare al massimo le caratteristiche degli oggetti rappresentati e colpire lo spettatore con la sua abilità imitativa. La verticalità della composizione, unita all’illuminazione violenta e alla compressione dello spazio, genera un senso d’inquietudine e conferisce all’immagine un’intonazione drammatica, solo in parte attenuata dalla delicatezza del “contorno” di insalata e funghi, che lascia intuire il proseguimento della storia sulla tavola imbandita. Selezionati con cura in base ai colori, branzino, triglia e razza, “impiccati” sul gancio e visti così da vicino, assumono un aspetto imponente e vagamente umanizzato.
Il critico Teo Giannotti (1941), attento osservatore delle composizioni di questo pittore, esclude ogni riferimento a modelli precedenti per la pittura di Malacrea, ma di fronte a quest’opera è inevitabile cedere alla tentazione di ricordare La razza o la Natura morta con pesci di Chardin (Getty Museum), dove i due sgombri appesi al centro della tela sopra una tavola assumono ugualmente una dimensione monumentale.
Di Francesco Malacrea il Museo Revoltella possiede, assieme ai due qui citati, circa una ventina di dipinti, in cui sono rappresentate delle Nature morte, variamente composte con frutta, verdure ed animali (talvolta viventi, come i magnifici Pulcini e legumi, inv. 2865) ed un Autoritratto, 1840 ca., olio su tela, 47×37 cm, inv. 3769.