L’opera fu acquistata alla XXVI Biennale di Venezia, dove Afro era presente con una personale di nove opere presentata in catalogo da Umbro Apollonio, da cui veniva definito “uno dei maggiori esponenti della giovane pittura italiana”. Il Curatorio del museo, riunito straordinariamente a Venezia nella sede dell’esposizione, acquistò questo dipinto assieme alle opere di Cantatore, Saetti, Pirandello, Casorati e Greco. Ricercarii fu comunque l’unica opera astratta presa in considerazione.
Il 1952 fu un anno molto importante per Afro, che proprio in quel periodo aveva aderito al Gruppo degli Otto di Lionello Venturi, con i quali si presentò alla Biennale vincendo anche un premio-acquisto con l’opera “Villa Fleurent”, ora della Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro. Definito da E. Crispolti “un anno di capolavori”, segna nella pittura di Afro la “definitiva liberazione strutturale dell’immagine” che, superata l’esperienza postcubista, acquista leggerezza e trasparenze attraverso una raffinata sovrapposizione di piani e velature e acquista una maggiore forza evocativa e lirica rispondendo sempre meglio a quella funzione di ricerca introspettiva che l’artista affidava al dipingere.