San Marco – Venezia

Dettagli
Angelo Inganni (Brescia, 1807 – Gussago,1880)
San Marco – Venezia
1839
Tecnica: olio su tela
Data acquisizione: 1927
Provenienza: legato Antonio Caccia, Trieste
Inventario: 626
Dimensioni
Altezza: 139
Larghezza: 178

San Marco – Venezia

Descrizione

Nel repertorio di vedute di Angelo Inganni, dominato dagli scorci più pittoreschi delle città lombarde, Milano soprattutto, il soggetto veneziano è rarissimo, probabilmente unico. L’artista si reca a Venezia nel 1839 e riprende dal vero questa scena inondata di sole mattutino, come si legge sulla balaustra della Loggetta, a sinistra del quadro. Poco più che trentenne, ha già una certa notorietà soprattutto perché un suo dipinto dell’anno precedente, Veduta sulla piazza Duomo con il coperto dei Figini, ammiratissimo, gli è stato ordinato in replica dall’Imperatore Ferdinando I. La grande veduta del Revoltella mostra diverse affinità con questo caposaldo della sua produzione. In entrambi i casi, a fare da quinte dalla scena ci sono, a sinistra, un loggiato, e, a destra, lo scorcio di un maestoso edificio storico, la cui grandezza e nobiltà sono esaltate dal confronto con la piccola folla che occupa lo spazio al centro. Dilatata in senso orizzontale, la veduta della Piazzetta San Marco si chiude nell’armonioso fondale della Torre dell’Orologio mentre a Milano lo spazio si allunga e si perde nella via che costeggia il Duomo. Anche qui Inganni anima la scena con figure di tutti i generi: coppie borghesi, venditori ambulanti, fanciulli, cani randagi, cui si aggiunge il tocco esotico degli uomini in costume turco. Che il pittore abbia lavorato “dal vero”, anche se certamente la scelta del soggetto e delle “macchiette” che lo vivacizzano fa pensare all’influenza delle vedute veneziane del suo maestro Migliara, è credibile, vista la varietà di particolari che non trascura di inserire, a cominciare dal gran numero di piccioni che, a gruppi, sembrano disporsi sul selciato come gli esseri umani, ma anche la biancheria stesa sulla torre dell’Orologio, i due canestri colmi di uva bianca e nera, il pescatore chioggiotto che forse se ne va, deluso, per non aver piazzato né orate né ostriche, il vecchio cane spelacchiato e i due scaltri venditori di profumi.
Inganni si colloca dunque in una fase di passaggio tra il vedutismo settecentesco e il realismo che connoterà la pittura veneziana della seconda metà del secolo.
Oltre a questa veduta veneziana, il Museo Revoltella possiede altri due dipinti di Angelo Inganni, ovvero Nozze in Brianza, 1873, olio su tela, 100×85 cm, inv. 623 e Il parroco, 1869, olio su tela, 49×38 cm, inv. 625.

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