Riguardo alla particolare sensibilità coloristica di questo pittore triestino ed alla sua capacità di coinvolgere emotivamente l’osservatore si espresse così Giani Stuparich, nel 1948, in Trieste nei miei ricordi: «Un giardino con un tavolinetto rosso, uno scorcio di tetti con un pezzo di mare velati dal tramonto, di Rossini, dipinti al modo degli impressionisti, danno per gli occhi all’animo di chi li guarda un calmo senso di poesia e però si possono riguardare con piacere anche a distanza di tempo.»
Analogamente, in questo Tramonto del 1950 del Museo Revoltella, si riscontra pienamente quanto rilevato dalle parole dello scrittore triestino, nelle rapide pennellate del colore, dominato dalle tinte calde del grande cerchio solare a picco sul mare, e nella resa essenziale ma intensa della marina triestina, disseminata di barche alla fonda, stagliate sullo sfondo di una veduta parziale di Trieste, appena abbozzata.
Di Romano Rossini, che nell’ultima fase della sua attività elaborò uno stile ancora più attento e sensibile all’effetto cromatico-luministico, il Museo Revoltella possiede tre ulteriori dipinti. Oltre all’Autoritratto, 1929, olio su tavola, 42×34 cm, inv. 3618, donato nel 1958 da Roberto Hausbrandt, una veduta di Trieste intitolata Nevicata, 1940, olio su tela, 80×84 cm, inv. 2743 ed un’altra veduta intitolata Finestra, 1949, olio su tela, 110×75 cm, inv. 3392.