“Quegli anni cinquanta” a Gorizia. C’è anche il Museo Revoltella

Dal 2 aprile è aperta a Gorizia, nel nuovo, elegante, spazio espositivo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia (via Carducci 2) la mostra "Quegli anni cinquanta. Collezioni pubbliche e private a Trieste e Gorizia" che si potrà visitare fino al 12 luglio (ingresso gratuito; orari: da martedì a venerdì 10-13 / 16-19, sabato e domenica 10-19).

Sono esposte le opere di proprietà dell’Università degli Studi di Trieste (Afro, Santomaso, Donghi, Maccari, Vagnetti, Trombadori, Ziveri, Salietti, Omiccioli, Rosai, Carlo Levi, Cadorin, Tomea, Paulucci), assieme a un nucleo di dipinti del Museo Revoltella (Vedova, Santomaso, Corpora, Breddo, Moreni, Afro, Prampolini, Zotti) – integrato da una scultura di Marcello Mascherini –  e alla collezione di opere di Luigi Spazzapan posseduta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, che le ha ricevute in donazione dal torinese Eugenio Giletti.

La mostra si collega alla rassegna intitolata "1953. L’ Italia era già qui. Pittura contemporanea  italiana a Trieste" presentata nel 2008 al Museo Revoltella in collaborazione con l’Università e il Ministero per i Beni Culturali. In quell’occasione era stata ricostruita la vicenda che ha portato l’Ateneo triestino ad entrare  in possesso di un nucleo di importanti opere d’arte in seguito a una mostra realizzata ai tempi del Governo Militare Alleato per creare un ponte tra la cultura artistica nazionale e l’ancora separata Trieste. La città, infatti, sarebbe stata ricongiunta all’Italia solo nel 1954.

A Gorizia lo sguardo su quel periodo così fervido di innovazioni ed esperimenti linguistici, caratterizzato dagli scontri fra neorealisti e astrattisti, si allarga anche alla collezione "Giletti" che comprende alcune opere molto interessanti del periodo "informale" di Luigi Spazzapan: "Torino di notte" e "Palude" del 1955, "Alluvione" del 1956, "Paesetto di sera" del 1957, che dimostrano la straordinaria capacità di questo artista (emigrato da Gorizia a Torino nel 1928 e vissuto lì fino alla morte, nel 1958) di rinnovarsi continuamente e di percepire i fermenti della contemporaneità anche in età matura.

Per cogliere il significato della mostra e il valore degli importanti dipinti esposti è possibile seguire una visita guidata. Informazioni e prenotazioni: 0481 537111. Altre informazioni su www.fondazionecarigo.it

 

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