Revoltella contemporaneo – Daniel Spoerri

Revoltella contemporaneo
Comune di Trieste
Assessorato alla cultura
Museo Revoltella

comunicato stampa

mostra
Daniel Spoerri
22 aprile – 6 giugno 2004

Musei del Canal Grande

Il Museo Revoltella ospiterà nello spazio espositivo dei Musei del Canal Grande (Palazzo Gopcevich, via Rossini), un’ importante mostra antologica dedicata a Daniel Spoerri, collegata alla rassegna in corso a Palazzo Magnani, Reggio Emilia, fino al 12 aprile.
Spoerri è ormai da tempo una figura di fama internazionale. Com’è noto, è uno degli ideatori del manifesto del Nouveau Réalisme, stilato dal critico d’arte Pierre Restany a Parigi il 26 ottobre 1960 e firmato anche da artisti come Arman, FranÁois Dufr’ne, Raymond Hains, Martial Raysse, Jean Tinguely e Yves Klein.
Intento della mostra di Trieste, che si inserisce nel filone di rassegne organizzate da un anno a questa parte sotto l’etichetta “Revoltella contemporaneo” è quello di rappresentare ñ attraverso un’ottantina di opere di varie dimensioni e tipologia – gli aspetti principali dell’attività dell’artista, dal 1960 ad oggi.

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Romeno di origine (nato a Galati nel 1930) Spoerri è costretto a fuggire dalla Romania a causa delle origini ebraiche del padre, poco dopo il 1940. Durante la fuga, che lo porterà in Svizzera, terra di nascita della madre, tocca anche Trieste, città che gli rimane impressa per sempre.
A Zurigo vive in casa dello zio materno, rettore dell’Università, ma presto lascia la scuola e svolge diversi umili mestieri fino a quando si appassiona alla danza, che diventa la sua professione. Fa una brillante carriera che lo porta a diventare ñ tra il 1954 e il 1957 – primo ballerino del Teatro di Berna.

Già nel 1952, perÚ, si era recato a Parigi per seguire corsi di danza e mimo ed aveva scoperto il teatro dell’assurdo (Jonesco, Beckett, Tzara, ecc.) che poi introdurrà a Berna con l’appoggio dell’ambiente artistico più illuminato.

Abbandona quindi la danza classica e, dal 1957 al è59, si trasferisce a Darmstadt per fare l’aiuto regista nel teatro della città tedesca. Qui scopre anche la poesia concreta e inizia a pubblicare la rivista “Material”. Lo sviluppo di questa ricerca sono, nel 1959, le Edition MAT, “Multiplication d’Art Transformable” che mirano a trovare una forma d’espressione che liberi l’opera d’arte dalla sua unicità: “l’arte che si muove o che lascia muovere”. Spoerri trova l’adesione di molti celebri artisti, Christo, Arp, Roth, Duchamp, Gerstner, Niki de Saint Phalle, Soto, Tinguely e Vasarely, che contribuiscono al successo di MAT.

Nel 1959 torna a Parigi, dove lavora nella piccola, poi celebre, “camera n. 13 dell’ HÙtel Carcassonne” in Rue Mouffetard e fa ricerche sul movimento, che, del resto era il principio su cui si era fondata la sua precedente attività di danzatore e regista.

Nel 1960 è tra i firmatari del manifesto del Nouveau Réalisme steso da Pierre Restany. Al soggiorno parigino risale anche l\’esperienza dei tableaux-pièges, i \”quadri -trappola\”, genere che, oltre a determinare il successo di Spoerri, rimane a fondamento della sua poetica e viene tuttora riproposto, in fusione di bronzo, nell’ambientazione del suo giardino in Toscana. Gli elementi di una tavola apparecchiata – spesso consumata ñ sono disposti su un supporto come quadro e appesi a parete. La sensazione che ne deriva è di “formidabile stordimento dimensionale”, come è affermato dal primo espositore dei tableaux-pièges, il mercante d’arte Arturo Schwarz.

Nel 1962 egli pubblica il testo teorico Topographie anecdotée du Hasard che si basa sulla sua esperienza artistica tesa a “intrappolare il caso” e a modificare radicalmente il concetto stesso di arte e di estetica con interventi spesso improntati all’ironia. Nel 1963 stabilisce contatti anche con il movimento Fluxus per cui realizza più tardi una serie di cartoline postali (1967).

Dopo un breve soggiorno a New York, datato 1964, in cui, alloggia all’Hotel Chelsea, come Arman, Oldenburg Dine, Niki de Saint Phalle e Tinguely, nel 1965 torna in Europa e lavora tra Parigi e la Germania. Ma nel 1966 parte di nuovo, questa volta per un’isola greca, Symi, dove studia le abitudini antiche e scrive il suo primo libro di cucina.

La gastronomia, in seguito, diventa una vera forma d’arte, tanto che nel 1968 egli apre a Dusseldorf il Ristorante Spoerri e gli affianca l’esperienza della Eat art. Organizza anche un Festival della Eat Art, diversi happening, pubblica libri di ricettte molto originali, anche in collaborazione con altri artisti.

Al 1970 risale la sua prima opera in bronzo, il Santo Grappa. Nelle sue sculture oggetti reali di vario uso vengono assemblati in modo da rimanere intrappolati nel metallo, dando all’insieme un aspetto assoluto, immodificabile, in cui i singoli oggetti perdono la loro identità e il valore sentimentale per conservare solo la forma.

Dal 1973 al 1983 vive nella campagna francese, in un vecchio mulino restaurato. Mantiene perÚ i contatti con varie Accademie (Monaco, Colonia, Vienna) dove insegna. Nel 1984 ricomincia, per Spoerri, un periodo di vita errante, fino a quando, negli anni novanta, approda sul Monte Amiata, nel sud della Toscana, dove dà vita al progetto di un parco di sculture con un ampio percorso, donato nel 1997 alla Fondazione \”Il Giardino di Daniel Spoerri. Hic Terminus Haeret\”.

Tra il 1989 e il 1990 i lavori dell’artista sono presentati a Basilea, alla Galleria Littmann, e a Parigi, al Centre Pompidou, ove gli viene dedicata la più ampia mostra antologica della sua opera. La rassegna tocca diverse città europee, quali Antibes, Vienna, Monaco e Ginevra.

Nel 1992 allestisce la sala svizzera dell’Expo di Siviglia: tra gli arredi esposti la fontana-sgocciolatoio conservata oggi nel Giardino. Nel 1993 riceve dallo stato francese il Grand Prix nazionale della scultura.
Dall’estate del ’98 sino al 2001 vengono organizzate una serie di mostre estive con “Gli amici del Giardino di Daniel Spoerri”.
Tra le principali esposizioni dal ’90 in poi: la ricostruzione della “Camera n.13 dell’HÙtel Carcassonne” realizzata nell’atelier del Giardino ed esposta al Guggenheim Museum of New York e successivamente alla Fondazione Mudima di Gino di Maggio a Milano, la personale antologica al Museo Tinguely di Basilea nel 2001, e l’esposizione di un chilometrico tableau-piége dedicato all’Ultima Cena, al Jeu de Paume a Parigi, nel 2002.
Oggi vive tra il Giardino in Toscana e Cabbiolo, nel cantone svizzero dei Grigioni.

Per informazioni e richieste di materiale, telefonare o inviare un fax a:
Civico Museo Revoltella – Galleria d\’arte Moderna, via Diaz 27, 34123 Trieste
tel. 040.6754158 – fax. 040.6754137
e-mail: revoltella@comune.trieste.it.
web-site: www.museorevoltella.it
Ufficio Stampa: Sergia Aloisi e Ylenia Apollonio

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