Risorgimento e cinema – “Allonsanfan” (1974) dei fratelli Taviani

All’Auditorium del Museo Revoltella prosegue giovedì 28 aprile con il quinto appuntamento la rassegna “Risorgimento e Cinema”, promossa e organizzata dall’Area Cultura del Comune di Trieste e dal Civico Museo Revoltella in collaborazione con La Cappella Underground, in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. In calendario questa settimana “Allonsanfan” (1974) di Paolo e Vittorio Taviani, con Marcello Mastroianni e Lea Massari: il film, con presentazione a cura di Daniele Terzoli (La Cappella Underground) e proiezione di una breve intervista con i fratelli Taviani, propone una originale riflessione storica sulla Restaurazione, attraverso la crisi esistenziale di un nobile lombardo opportunista, che tradisce la lotta rivoluzionaria; la ricostruzione è sostenuta magistralmente da un’atmosfera visionaria di squisito splendore, ispirata alla grande pittura dell’Ottocento, e da una eccellente colonna sonora di Ennio Morricone. La rassegna, a ingresso libero, si colloca a corollario della mostra "Arte e Nazione. Dagli Induno a Fattori nelle collezioni del Museo Revoltella", visitabile ogni giorno dalle ore 10 alle 19 e nelle serate di giovedì fino alle ore 22.

La trama del lungometraggio è ambientata negli anni della Restaurazione, dopo la caduta di Napoleone del 1816. Mentre in Europa i re tornano sui loro troni, l’aristocratico lombardo Fulvio Imbriani, ex giacobino e ufficiale di Bonaparte, viene rilasciato dopo una lunga prigionia nelle carceri austriache in quanto membro della setta dei Fratelli Sublimi. Dopo vent’anni torna così a rifugiarsi nella villa di famiglia, ammalato e mascherato, per trovarsi a riscoprire il piacere di vivere e l’amore del piccolo figlio. Raggiunto dalla sua donna, Charlotte, viene convinto a partecipare insieme con gli ex-compagni di lotta a una spedizione rivoluzionaria nel Meridione. In realtà, Fulvio considera l’impresa fallimentare e non impedisce a sua sorella Esther di denunciare i congiurati; tutto questo però non impedirà che anch’egli sia travolto con loro nella suicida spedizione al Sud.

Nel cinema dei Taviani si innestano cultura letteraria e modelli cinematografici in cui confluiscono le lezioni di Rossellini, Chaplin e Bresson, nonché una concezione dell’ideologia come passione e scelta di vita. Le vicende immaginarie del film si collegano strettamente allo scenario storico reale della prima fase del nostro Risorgimento, quella delle società segrete pre-mazziniane e della carboneria, ma anche delle successive spedizioni in meridione dei fratelli Bandiera e di Pisacane. Attraverso la loro ricostruzione, i fratelli Taviani affermano uno dei temi portanti del loro cinema: la dedizione assoluta all’utopia, nel sogno di un cambiamento e dell’avvento di nuove età di maggiore eguaglianza sociale. Nella figura del giovane rivoluzionario soprannominato Allosanfan, il cui nome riecheggia l’inizio della Marsigliese richiamando il senso di un appassionato slancio contro le ingiustizie, i registi esprimono proprio questa spinta utopica verso il futuro: un mondo che al momento appare confuso e sfuggente, come è il racconto di Allosanfan fatto nel delirio di una vittoria soltanto immaginat, ma che già nella camicia rossa del protagonista preconizza il successo della spedizione dei Mille di Garibaldi e l’affermazione del movimento socialista di fine Ottocento.

Nati in Toscana e formatisi nel campo del documentario, i fratelli Taviani esordiscono nel lungometraggio nel 1962 con "Un uomo da bruciare", per l’interpretazione di Gian Maria Volontè, con il quale raggiungono il primo grande successo "Sotto il segno dello scorpione" (1969). Dopo "Allonsanfan" ottengono la Palma d’Oro a Cannes per "Padre padrone" (1977), a cui seguono "Il prato" (1979), "La notte di San Lorenzo" (1982) e "Kaos" (1984) con Omero Antonutti. Ricevuto il Leone d’Oro alla carriera nel 1984, firmano “Good morning, Babilonia” (1987), "Il sole anche di notte" (1990), “Fiorile” (1993) e “Le affinità elettive” (1996). Oltre al recente "La masseria delle allodole (2006), per la televisione hanno realizzato "Resurrezione" (2002) dal testo omonimo di Tolstoj e, ancora attorno ai temi risorgimentali, "Luisa Sanfelice" (2004).

La rassegna "Risorgimento e Cinema", che si avvale della collaborazione della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e della Ripley’s Film, si concluderà giovedì 5 maggio con la proiezione del capolavoro di Luchino Visconti “Senso” (1954), presentato da Luciano De Giusti (Università di Trieste): il film, che ha per protagonisti Alida Valli e Farley Granger, è un melodramma di sensualità esasperata e di morte sullo sfondo della Terza Guerra d’Indipendenza.

 

150° della fondazione del Museo Revoltella

Storie di lasciti e acquisizioni. Un patrimonio lungo 150 anni

Visita il museo

Servizi

Notizie

Condividi