Risorgimento e pittura nella visita guidata di mercoledì 30 agosto

Mercoledì 30 agosto, ore 18
ULTIMA VISITA GUIDATA sul tema LA PITTURA DI STORIA, a cura della dott. Nicoletta Bressan.

La prima sezione della galleria d’arte moderna è dedicata alla pittura di storia dell’Ottocento, un tema che è da qualche tempo oggetto di ricerche da parte degli studiosi che operano nel Museo Revoltella. Nel corso di questo lavoro è stato scoperto un dipinto del 1861 di Eugenio Perego (Milano, 1845-1923), nipote di Domenico Induno, intitolato Quartiere generale di Alfonso Lamarmora comandante l’armata piemontese in Crimea nel 1855 (Neve), che, pur essendo un pezzo di non particolare pregio artistico, riveste interesse dal punto di vista storico. Anticipiamo qualche notizia sull’opera che verrà illustrata durante la visita guidata di mercoledì 30 agosto.

Il piccolo olio, firmato e datato in basso a sinistra 1861, è un’opera giovanile del pittore milanese Eugenio Perego, nipote e allievo di Domenico Induno che, come quest’ultimo, si è dedicato prevalentemente all’acquerello, alla pittura di genere e ai temi di storia contemporanea legati all’epopea risorgimentale.
L’opera risulta interessante soprattutto dal punto di vista documentario, in quanto sono pochi dipinti conosciuti dell’artista e alcuni critici sostengono che parte della sua produzione sia stata erroneamente attribuita al suo maestro Domenico Induno.
Entrata a far parte della collezione del Museo Revoltella nel 1940, grazie al legato dei coniugi triestini Carlo e Maria Piacere, l’opera si presentava in uno stato di conservazione mediocre e non è mai stata esposta al pubblico. Nell’ambito del nuovo progetto di valorizzazione della collezione permanente del museo, che si propone di rinnovare ciclicamente l’allestimento delle sale prelevando dai depositi anche i pezzi meno conosciuti, il dipinto in esame è stato studiato e sottoposto ad un intervento di restauro.
Perego vi ha raffigurato il campo del generale Alfonso Lamarmora, comandante della spedizione del corpo dei bersaglieri (fondato nel 1836 da suo fratello Alessandro) inviati in Crimea dal conte di Cavour nel gennaio del 1855 per combattere al fianco della Turchia, che era stata attaccata dalla Russia l’anno precedente. Quattro mesi più tardi l’esercito partecipÚ alla vittoriosa battaglia di Cernaia, in seguito alla quale un’epidemia di colera provocÚ la morte di ben 1500 piemontesi, tra i quali anche il fratello maggiore di Alfonso, Alessandro Lamarmora, che morì, il 7 giugno 1855, proprio nella piccola casa di KadÔkˆy descritta in questo dipinto.
Straordinaria è la somiglianza tra questa tela di ridotte dimensioni e il dipinto La casa in Crimea nella quale è morto il generale Lamarmora eseguito, otto anni più tardi, da Gerolamo Induno per il conte Emilio Borromeo (si veda la scheda pubblicata in Intorno agli Induno. Pittura e scultura tra genere e storia nel Canton Ticino, a c. di M. Agliati Rubbia, S. Rebora, Milano, Skira, 2002, p. 118, n. 30). In entrambe le opere sono raffigurati il povero abitato e l’accampamento militare coperti dalla neve; le scene sono animate da piccole figure umane, abbigliate con costumi turchi e con la divisa del corpo dei bersaglieri. Alcuni personaggi, come il turco seduto su di una cassetta di legno nel gruppo di uomini in primo piano, sembrano essere stati ripresi da Induno direttamente dall’opera di Perego, mentre altri, come l’ufficiale a cavallo – in cui è stata riconosciuta la fisionomia del conte Emilio Borromeo – inserito nella parte destra dell’opera, sono state aggiunte da Induno su precisa richiesta del committente, che aveva partecipato alla campagna di Crimea.
Per spiegare la somiglianza tra le due opere si puÚ ipotizzare che il giovane Perego e Gerolamo Induno si siano ispirati alla medesima fonte iconografica, magari una riproduzione fotografica o un bozzetto realizzato da Induno durante la sua partecipazione alla guerra di Crimea.

Inizio della visita guidata, ore 18. Chiusura del museo come di consueto alle 19. Ingresso intero € 5,00, ridotto € 3,00. Servizio guida gratuito.

nelle foto: il dipinto di Eugenio Perego del Museo Revoltella e la versione più tarda di Gerolamo Induno

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