Ruggero Rovan

Trieste 1877 – 1965

Italo Svevo
1927
gesso, inv. 5344
lascito Rovan, 1965

Si tratta di uno dei ritratti meglio riusciti di Rovan, realizzato nell’anno precedente al decesso dello scrittore, avvenuto a causa di un incidente stradale il 13 settembre 1928.

Esposta in varie manifestazioni di carattere locale, l’opera è stata presentata nel 1947 in occasione della Mostra personale dello scultore Ruggero Rovan e retrospettive dei pittori Vittorio Bolaffio e Piero Marussig organizzata dal Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste.

Il busto è un esempio della ritrattistica di Rovan maturo, che nella fattispecie ben interpreta le doti dello scrittore, principalmente per l’ espressione ieratica e realista.

Nel commentare la sua stessa realizzazione Rovan nel 1962 ebbe così a scrivere: «Ho visto il mio busto di Svevo su “Settimo giorno” del 17 luglio senza alcuna indicazione sull’autore di esso, benché come sigillo e firma vi sia sulla spalla sinistra la mia mano. Ovviamente il cognome dello scultore poteva essere messo, tanto più che si tratta dell’unico busto esistente mentre Svevo era ancora in vita. Lo scrittore mi fu volonteroso e paziente modello e potrei aggiungere che fu grande amico del tavolo del Caffè Garibaldi di Trieste».

L’amicizia tra i due artisti triestini risale agli anni in cui lo scultore frequentava assieme all’amico e pittore Arturo Fittke il salotto di casa Svevo (che era stato anche suo professore alla scuola di commercio), punto di riferimento per molti degli intellettuali di inizio Novecento a Trieste. Un rapporto probabilmente rinvigorito negli anni Venti, quando, dopo un periodo particolarmente difficile, Svevo rincominciò a frequentare lo storico Caffè Garibaldi.

Dalle note correlate all’elenco delle opere redatto dallo scultore si evince che la fusione del busto in bronzo fu pagata L 2.000 dallo stesso Svevo. Negli anni Cinquanta il Circolo della Cultura e delle Arti donò il bronzo alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università di Trieste.

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