Suggestioni psicoanalitiche nell’arte di Leonor Fini

Un incontro al Revoltella per tracciare una lettura psicoanalitica delle pittura di Leonor Fini

 

Sabato 26 settembre 2009 – alle ore 16

Auditorium del Museo Revoltella

Alle 18 visita guitata gratuita alla mostra “Leonor Fini. L’Italienne de Paris” (solo su prenotazione allo 040/6754350)

 

 

Leonor Fini, straordinaria interprete delle inquietudini del Secolo Breve, pare incarnare un modello trasgressivo, ambiguo, insolente, misterioso d’artista, che riflette nel suo gesto creativo, le tormentate fascinazioni del mondo inconscio. E lo stesso psicoanalista rimane turbato di fronte al continuo flusso e riflusso del rimosso nell’opera di questa grande pittrice triestina, che ha tradotto in uno stile personalissimo e libero i codici del surrealismo.  Un’artista con tanti maestri, ma senza una scuola identitaria ben definita.

Ne parleranno, sabato 26 settembre 2009 alle 16, all’Auditorium del Civico Museo Revoltella Maria Masau Dan, direttore del Museo e curatrice della mostra “Leonor Fini. L’Italienne de Paris”, Rita Corsa, psichiatra e psicoanalista della S.P.I.-Società Psicoanalitica Italiana, e Giuliana Marin, psicologa clinica e psicoterapeuta.

L’incontro, dal titolo Suggestioni psicoanalitiche nell’arte di Leonor Fini, fa parte delle iniziative organizzate nell’ambito della mostra “Leonor Fini. L’Italienne de Paris”, allestita al Museo Revoltella fino al 18 ottobre. Gli interventi proporranno una lettura psicoanalitica della pittura della Fini caratterizzata da una forte attenzione verso i misteri della psiche.

Giuliana Marin tratterà, infatti, dei laceranti conflitti identitari di Leonor, alla continua ricerca per il mondo, sia esterno che interno, di coordinate precise e confortanti, dove poter armonizzare le sue parti non integrate: il materno e il paterno, che si scontrano furiosamente sin dall’infanzia, traducendosi, nell’età adulta, nel confuso coagulo dell’identità femminile miscelata con quella maschile. Ed ecco allora comparire le bambine corrucciate e le bambine crudeli, il gatto, la sfinge, che affollano le sue tele sin dagli esordi: simboli dai significati poliedrici, mimetismi archetipici che si declinano anche nella brama esibizionistica raccontata da Leonor nel balletto delle sue dispettose maschere e dalla sontuosità dei suoi travestimenti.

Questo faticoso percorso di modellamento identitario comincia proprio da quella Trieste del primo Novecento, che è la Silicon Valley dell’epoca, ricca di fermenti e di inventiva, in cui si respira l’aria di una città cosmopolita, densa di variegate identità, spesso tra loro contrastanti.

Rita Corsa, partendo dall’analisi dei dipinti di Leonor Fini eseguiti negli anni triestini ed esposti in mostra, proporrà un’indagine psicoanalitica della personalità della pittrice. I primi lavori della giovane donna, infatti, sembrano racchiudere nel loro intimo tutti quegli elementi rappresentativi e simbolici che caratterizzeranno la sua successiva e più matura produzione figurativa.

Alle 18, al termine dell’incontro, si svolgerà una visita guidata gratuita alla mostra. La prenotazione è obbligatoria e si può effettuare al numero 040 6754350.

Ingresso al Museo: 6 euro l’intero e di 4 euro il ridotto.

 

 

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