Trieste Settanta: la Galleria Tommaseo

Se Arte Viva e La Cappella Underground furono connotate da un’attività interdisciplinare in cui confluivano gli orientamenti e le specializzazioni dei singoli operatori, dal 1974 si aprì a Trieste una galleria specificatamente orientata alle arti visive, la Galleria Tommaseo, a opera di Emanuela Marassi e Nadia Bassanese; quest’ultima vi opererà fino al 1980 mentre Emanuela Marassi affiderà ben presto le sue quote a Franco Jesurun che la dirigerà da solo a partire dagli anni ’80.

L’entrata alla Sala Carlo Scarpa, Museo Revoltella, Trieste. In basso parte della sezione dedicata alla grafica.
L’entrata alla Sala Carlo Scarpa, Museo Revoltella, Trieste. In basso parte della sezione dedicata alla grafica.

Prende il via una realtà di ricerca tuttora operante (dal ’93 con la denominazione di Studio Tommaseo – Istituto per la documentazione e la diffusione delle arti) che, con un’intensa attività, in linea con altre esperienze di alto profilo in Italia – una fra tutte il Cavallino di Paolo e Gabriela Cardazzo – garantirà a Trieste la presenza e l’informazione su artisti, le correnti artistiche e alcuni nuovi scenari particolarmente innovativi che stavano emergendo nel panorama artistico nazionale ed internazionale. Si citano alcune delle principali iniziative degli anni ‘70 ricordate in mostra da Giuliana Carbi, che affiancò Franco Jesurun nel trasformare la galleria in associazione culturale (1993) e attuale Presidente del comitato Trieste Contemporanea: nel 1975 la personale di Robert Rauschenberg “Brinate”e le opere della Castelli Graphics per la collettiva “Mirrors of the Mind”, nel 1979 la mostra “Grafica pop americana e inglese”; sulla Narrative Art: la mostra del 1979 con opere di Bill Beckley, John Baldessari, Christian Boltanski, Peter Hutchinson e Franco Vaccari.

Sezione Galleria Tommaseo, presentazione alla stampa.
Sezione Galleria Tommaseo, presentazione alla stampa.

L’interesse per l’Azionismo viennese è documentato in mostra da una preziosa cartella fotografica di un’azione del 1965 di Rudolf Schwarzkogler.
Questo è solo un frammento della storia della galleria. Grande spazio fu dato alle nuove metodologie espressive come la performance e l’arte moltiplicata come anche alle ipotesi di arte e femminismo. Questi sono i territori di indagine che sono stati scelti per valorizzare la presenza in mostra della galleri . Ai multipli dei trestini Bruno Chersicla, Emanuela Marassi Edward Zajec, Mario (Piccolo) Sillani, Luciano Celli, si sommano quelli di Rodolfo Aricò e Fabrizio Plessi, Paolo Patelli evidenziando l’interesse ad allargare il raggio di azione, anche oltre il limite nazionale con le opere di Paul Bowen o appunto Rudolf Schwarzkogler.

 

Galleria Tommaseo. Video di documentazione dell’attività con opere - da sinistra a destra - di Sanja Iveković, Celli&Piccolo, Rodolfo Aricò.
Galleria Tommaseo. Video di documentazione dell’attività con opere - da sinistra a destra - di Sanja Iveković, Celli&Piccolo, Rodolfo Aricò.

Il video del 1978 di Emanuela Marassi “La donna è un S–Oggetto kitsch?” che anticipa, con ironia, arguzia e grande arditezza, tematiche ancora oggi dibattute, assieme ai bei disegni di Renate Bertlmann e alle fotografie + nastro magnetico de “Inaugurazione alla Tommaseo” di Sanja Iveković mostrano l’interesse a valorizzare un’arte al femminile di denuncia, un’attività coraggiosa, di grande apertura e rivolta alla novità.

da sinistra a destra opere di Bruno Chersicla, Emanuela Marassi, Fabrizio Plessi, Mario (Piccolo) Sillani Djerrahian.
da sinistra a destra opere di Bruno Chersicla, Emanuela Marassi, Fabrizio Plessi, Mario (Piccolo) Sillani Djerrahian.

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