un ricordo di Claudia Gian Ferrari

Claudia Gian Ferrari, da almeno trent’anni una delle protagoniste del mondo artistico italiano, è scomparsa il 24 gennaio, lasciando un grande vuoto nella cultura nazionale.

Personalità vivace e combattiva, ha svolto un ruolo abbastanza particolare sia come gallerista che come storica dell’arte, maturando diverse competenze che le hanno permesso di padroneggiare molto meglio di altri studiosi i temi del Novecento italiano, di cui ha conosciuto davvero ogni risvolto avendo l’occasione di passare in rassegna e studiare innumerevoli opere. Il suo vantaggio di partenza era stato l’essere figlia del maggiore mercante d’arte italiano, Ettore Gian Ferrari, titolare per decenni dell’Ufficio vendite della Biennale di Venezia attraverso il quale sono passati tutti i capolavori dell’arte italiana e straniera. Forte dell’insegnamento paterno, ne ha raccolto l’eredità e ha portato avanti con successo la storica galleria milanese. Contemporaneamente ha coltivato studi storico-artistici, laureandosi brillantemente e continuando per tutta la vita a curare mostre, pubblicare saggi e cataloghi sui maggiori artisti italiani, tra cui Sironi, Arturo Martini, Fausto Pirandello, Filippo de Pisis, Piero Marussig. Negli ultimi anni aveva ordinato e messo a disposizione degli studiosi e delle istituzioni il suo sterminato archivio, il più completo per quanto riguarda il XX secolo. Ed è proprio la figura del triestino Marussig, che negli anni trenta era stato amico del padre e della madre, a favorire il legame di Claudia Gian Ferrari con Trieste e, in particolare, col Museo Revoltella. Nel 2006, infatti, in occasione della pubblicazione del catalogo generale dell’opera di Marussig, da lei curato assieme a Elena Pontiggia e Nicoletta Colombo, ha progettato e realizzato un’importante mostra di dipinti di Marussig per il museo, da lei frequentato anche in precedenza e molto amato per la qualità delle opere che documentano gli anni venti e trenta, suo campo di ricerca favorito. Nel 2007 aveva collaborato alla ricerca di opere importanti di Marcello Mascherini per la mostra che gli è stata dedicata nell’Ex Pescheria, e nell’autunno dello stesso anno, ha curato per il Revoltella la riedizione della bella mostra antologica di Felice Casorati già presentata a Ravenna.

Claudia Gian Ferrari era anche un importante raccordo fra i musei e il mondo del collezionismo privato, che alle sue richieste di prestiti non ha mai opposto dinieghi, nella consapevolezza che le sue iniziative avevano sempre una finalità scientifica e contribuivano a valorizzare l’arte italiana e le sue peculiarità.

Il suo ultimo grande gesto è stata la donazione della sua collezione del Novecento al Fai, che ha destinato a questo prezioso  la Villa Necchi Campiglio di Milano, dove questa raccolta, divenuta museo, sarà a disposizione del pubblico.

 

Nella foto Claudia Gian Ferrari con il Sindaco Roberto Di Piazza e Francesco Casorati all’inaugurazione della mostra "Casorati. Dipingere il silenzio", Museo Revoltella, 31 agosto 2007

 

 

 

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