Vincenzo Gemito

Napoli 1852 – 1929

Pescatoriello
bronzo, inv. 3360
acquisto, 1955

Si tratta di una delle più felici e famose invenzioni di Gemito, uno scugnizzo napoletano rappresentato in bilico su uno scoglio, con le gambe strette e un pesciolino tra le mani. Nello specifico è una delle versioni dell’opera realizzata nel 1876 per il prefetto Diomede Marvasi, di cui si conoscono diverse repliche.
Particolarmente interessato al soggetto su cui si concentrò a lungo, visto anche l’elevato numero di varianti, l’artista dimostra attraverso questo lavoro una particolare attenzione per l’esperienza sociale del ritratto lontano da prese di posizione o di denuncia sociale.

Il tema del pescatore impegnò più volte Gemito, sia nei disegni preparatori che in sculture realizzate. La prima versione dell’O pescatoriello è del museo del Bargello e fu esposta al Salon di Parigi nel 1877 riscuotendo un notevole successo di pubblico tanto da essere premiata con la menzione d’onore.

Sul piano stilistico l’opera in questione si colloca in un momento di passaggio dalla tradizione classicista di una scultura caratterizzata da superfici lisce e tonde, all’uso di un modellato fatto di superfici vibranti.
Altri esemplari dello stesso tipo sono conservati alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, che possiede una cera dove la figura del fanciullo si presenta più allungata e aderente alla roccia, presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano che vanta una cera e un bronzo – quest’ultimo con la variante della canna da pesca – assai prossimi alla copia triestina, come pure si può dire del pezzo in bronzo, sempre con canna da pesca, della Galleria d’Arte Moderna di Torino.

Il piccolo pescatore è esempio della più tipica produzione di genere dell’artista napoletano,
incentrata sulla vita degli “scugnizzi”, assolutamente aliena da qualunque accento di denuncia sociale, dove l’indagine sul reale interseca lo studio dell’arte ellenistica attraverso una forma plastica che fa sprigionare, a giovani corpi vibranti e tesi, una particolare felicità fisica. Il piccolo bronzo è entrato a far parte della collezione del Museo Revoltella nel 1955.

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