Zagabria, la città delle artiste

le opere delle artiste croate dalla fine del XIX al XXI secolo

30 settembre – 12 dicembre 2021

Breda Beban, Caldo e freddo (grande gioia), 1981., acrilico su tela

La città di Zagabria è sempre stata un luogo dove la cultura e l’arte s’intrecciano, ma spesso si dimenticano le numerose artiste che hanno lasciato il proprio tributo sull’odierna vita culturale e artistica della capitale. Al fine di onorare le artiste croate, ricordando quelle che si potrebbero definire pioniere delle arti e che rimasero per lo più solo nella memoria statistica e riunendole assieme alle creatrici contemporanee, il Padiglione d’Arte di Zagabria ha deciso di dedicare la prima mostra nel 2020 proprio a loro. Naturalmente, queste personalità sono importanti non solo per la scena artistica zagabrese, ma anche per quella croata.

Zagabria, la città delle artiste è la prima mostra dall’indipendenza della Repubblica di Croazia che riunisce le opere delle artiste croate che sono collegate in vari modi con Zagabria nel corso di un considerevole lasso di tempo che va dal 1899 al 2019. Alcune di loro sono nate in città, vi hanno passato la vita, hanno creato le loro opere e qui le hanno esposte, mentre altre sono nate altrove, ma sono venute a vivere e creare a Zagabria. Ci sono anche quelle che vi sono giunte per studiare all’Accademia di Belle Arti e vi sono rimaste a vivere, lavorare ed esporre, ma ci sono anche artiste che sono nate qui, si sono diplomate all’Accademia di Belle Arti, hanno lavorato per un periodo a Zagabria ma il loro percorso d’arte e di vita le ha portate in seguito in altre città e altri paesi. La mostra comprende 54 artiste donne e le loro opere sono state scelte da tre eminenti storiche dell’arte nonché curatrici della mostra: Ljerka Dulibić, Ivana Mance e Iva Radmila Janković.

Slava Raškaj, Le nimfee nell orto botanico II., 1899., acquerello_rid

L’idea di base della mostra è quella di offrire una sezione storica e critica delle opere delle artiste visive che hanno lavorato e lasciato il segno sulla vita culturale della città di Zagabria nel periodo preso in considerazione. In questo arco di tempo relativamente ampio, le generazioni di artiste donne sono presentate in tre grandi sezioni della mostra: la prima comprende le generazioni attive fino a seconda guerra mondiale; la seconda – le generazioni che hanno iniziato la loro attività espositiva dopo la seconda guerra mondiale e hanno realizzato la maggior parte delle loro opere nei decenni successivi; e la terza – le generazioni che sono entrate in scena nei primi anni Settanta o in seguito e sono attive a tutt’oggi.

La mostra comprende 80 opere di i tutti generi dell’espressione artistica: dalla pittura alla scultura classica fino ai media dell’espressione artistica contemporanea, comprese le video performance, le istallazioni audio e video. I nomi sono quindi molto numerosi, a partire da Anka Bestall, Slava Raškaj, Lina Crnčić Virant, Nasta Rojc, Mila Wod, Sonja Kovačić-Tajčević, Anka Krizmanić, Vera Nikolić Podrinska, Zdenka Ostović Pexidr Srića, Nevenka Đorđević, Ivana Tomljenović Meller, Ksenija Kantoci, Marta Ehrlich, Mila Kumbatović, Melita Bošnjak, Miranda Morić, Milena Lah, Vera Josipović, Vesna Sokolić, Borka Avramova, Vera Fischer, Vera Dajht Kralj, Tonka Petrić, Biserka Baretić, Marija Ujević, Ljerka Šibenik, Goranka Vrus Murtić, Nives Kavurić Kurtović, Zdenka Pozaić, Edita Schubert, Marijana Muljević, Sanja Iveković, Jadranka Fatur, Nevenka Arbanas, Vesna Popržan, Breda Beban, Nina Ivančić, Zvjezdana Fio, Dubravka Rakoci, Vlasta Delimar, Vesna Pokas, Kata Mijatović, Amela Frankl, Ksenija Turčić, Mirjana Vodopija, Vlasta Žanić, Kristina Leko, Božena Končić Badurina, Magdalena Pederin, Nika Radić, Ivana Franke, Martina Mezak, Ana Hušman fino a Andreja Kulunčić con il collettivo ISTE.

Nasta Rojc, Autoritratto in completo da caccia, 1912., olio su tela_rid
Marija Ujevic,Fuggita dal paradiso, circa 2014., bronzo, dimensione naturale

Sottolineiamo che la mostra Zagabria, la città delle artiste è importante non solo nel contesto artistico, ma anche in quello più ampio sociale. Nella nostra società, i pregiudizi sono stati a lungo superati e le artiste hanno raggiunto una posizione di uguaglianza con gli artisti. Non sono più emarginate, com’erano alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, quando si trovarono di fronte a numerose restrizioni e pregiudizi che impedivano loro di dedicarsi all’arte e di essere artiste. A quel tempo, non avevano l’opportunità di studiare presso le accademie d’arte statali in quanto inappropriato per una donna, se non per altro ma per l’obbligatorio esercizio della pittura del nudo con i modelli spogliati (e vivi!). Inoltre, la maggior parte di loro non aveva un proprio studio, raramente gli veniva data la possibilità di vendere i propri lavori e di presentarli alle mostre. Tuttavia, il Padiglione d’Arte era quindi, insieme alla Galleria Ulrich, un luogo dove potevano esporre le loro opere, prima nel contesto delle mostre dell’Associazione degli artisti croati, e poi in modo indipendente. Com’è noto, il Padiglione dell’Arte è stato inaugurato (15 dicembre 1898) con il Primo salone croato organizzato dall’Associazione degli artisti croati, a cui, insieme agli artisti, hanno partecipato anche le artiste – Jelka Struppi, Zora Preradović, Anka Marojčić Löwenthal, Paula Strižić-Špnun-Dvořak, Leopoldina Schmidt-Auer e Slava Raškaj. Regolarmente, quasi ogni anno, l’Associazione degli artisti croati organizzava le mostre presso il Padiglione d’arte e in quelle occasioni le artiste hanno sempre esposto. Nella documentazione del Padiglione d’Arte come prima mostra personale di un’artista donna è registrata l’esposizione dei dipinti di Sonja Kovačić Tajčević, aperta alla metà di gennaio del 1928 e durata fino alla metà di febbraio dello stesso anno. Va anche ricordato che sempre nel 1928, dall’inizio alla fine di ottobre, nel Padiglione dell’Arte fu organizzata la prima mostra dell’Associazione delle artiste, che comprendeva 200 opere tra dipinti, disegni e stampe, con l’aggiunta di 17 sculture. Oltre a Nasta Rojc, che vi esponeva dipinti e sculture (due bronzi e una scultura in legno), vi hanno esposto Mila Wod, Augusta Šantel, Mary Stiborsky, Lina Crnčić-Virant, Mira Mayr-Marochino, Zinaida Bandur, Lucie Buchmeister-Kučera, Henrika Šantel, Leopoldina Schmidt-Auer, Sonja Kovačić Tajčević, Zdenka Ostović-Pexidr Srića, Ivka Orešković e Vjera Bojničić. L’Associazione delle artiste stessa è stata fondata nel 1927 su iniziativa di Nasta Rojc e Lina Crnčić- Virant, su modello del Women’s International Art Club di Londra. Questa prima organizzazione professionale croata di artiste visive fu attiva fino al 1940 e organizzò numerose esposizioni dentro e fuori Zagabria. Fu un passo importante con il quale le artiste volevano risolvere i problemi che stavano affrontando, per esempio, dalla uguaglianza della loro condizione sociale con i colleghi uomini fino al superamento dei pregiudizi patriarcali sul diritto delle donne di presentarsi e agire pubblicamente.

Sebbene le artiste da tempo hanno avuto la rivincita sulla loro condizione artistica e i loro problemi della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo sono stati ormai superati, oggi loro incontrano numerose difficoltà di altro tipo, che possono essere definite come “problemi di vita”. Questi ultimi si applicano alla stragrande maggioranza delle artiste, in particolare quelle che vivono esclusivamente della loro arte. È un dato di fatto che molte artiste (così come artisti) in Croazia hanno difficoltà a trovare acquirenti per le loro opere. Questo perché l’interesse per l’arte, in particolare per quella contemporanea, è modesto e le gallerie private, che all’estero rappresentano, promuovono e acquistano le loro opere, di fatto non ce ne sono di analoghe in Croazia.

In una tale situazione le artiste, che in gran numero devono arrangiarsi letteralmente per sopravvivere se non sono state in grado di trovare un lavoro in una scuola (come insegnanti di belle arti), in un’accademia d’arte o semplicemente in qualsiasi altro luogo, e quindi devono fare uno sforzo notevole per assicurarsi l’esistenza. Sfortunatamente, nell’odierna società croata le artiste in queste condizioni sono piuttosto numerose. La mostra di Zagabria, la città delle artiste, con una serie di tavole rotonde che la completano, è quindi anche un’opportunità di discutere di questo grave problema nazionale. Tutto ciò per cercare di sensibilizzare l’attenzione del pubblico, dei media, dei circoli professionali, ma soprattutto delle istituzioni statali competenti, sulla posizione delle artiste nell’odierna Croazia.

Jasminka Poklečki Stošić

 

La mostra “Zagabria, la città delle artiste”, allestita presso la Sala Carlo Scarpa del Museo Revoltella, è ideata e prodotta dal Padiglione d’Arte, con la direzione di Jasminka Poklečki Stošić, è curata da Ljerka Dulibić, Ivana Mance e Radmila Iva Janković, con la sponsorizzazione tecnica e il supporto del Consolato Generale della Repubblica Croata a Trieste e della Comunità Croata di Trieste, presenta la parabola dell’arte croata al femminile dalla fine del XIX secolo al tempo presente.

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