"L'arte, l'architettura, il design nella Trieste degli anni '20 e '30" è una mostra realizzata dal Museo Revoltella nella sezione del Novecento (galleria del quinto piano) in occasione della manifestazione curata dall'Ordine degli architetti intitolata "Piazza dell'architettura" che si apre a Trieste al Museo Revoltella il 29 novembre 2012.
Attraverso questa mostra il Museo, depositario di una storia lunga oltre cento anni, approfondisce nuovamente uno dei periodi il cui il connubio tra le arti e specificatamente tra le arti visive e l'architettura intesa in tutte le declinazioni, fu particolarmente prolifico e ricco di importanti esperienze e relazioni, avvalendosi dei preziosi apporti delle fotografie d'epoca conservate nella Fototeca dei Civici Musei e dei progetti originali che sono stati concessi in prestito dall'Archivio Tecnico del Comune.
Gli anni tra le due guerre a Trieste sono anni inquieti ma altamente creativi; forse infatti, solo in un'altra epoca la città si pose con altrettanta evidenza il problema della definizione di una nuova identità: fu il momento della Trieste neoclassica. Anche gli anni '30 vedono la città teatro di grandi trasformazioni urbanistiche che ne ridisegnano il volto. Quest'ansia di rinnovamento e di desiderio di modernità apre la strada a molteplici realizzazioni in differenti settori artistici.
Assieme all'architettura anche le arti visive esprimono un grande fervore. Artisti e architetti si confrontano, operano assieme, per la realizzazione di un'unità visiva nelle opere pubbliche come negli interni, nella grafica come nell'arredamento, nella progettazione navale e nel design.
Architetti quali Ernesto Nathan Rogers, Puliter Finali, Giuseppe Pagano, aprono la strada all'entrata di molti artisti triestini in prestigiose riviste quali Domus e Casabella; la sculture di Mascherini, il design di Ugo Carà, le soluzioni d'arredo di Anita Pittoni per molti anni vengono pubblicate e rese visibili all'attenzione nazionale.
E' sempre attraverso l'architettura che viene messo in risalto il lavoro di Carlo Sbisà, con i suoi grandi cicli di affreschi, come anche è in quel particolare settore dell'"arte del mostrare", degli allestimenti effimeri e scenografici che trovano spazio esperienze molto innovative di cui la grande Mostra del Mare del 1935 rappresenta l'esempio di maggior respiro.
L'architettura guarda all'arte ma anche gli artisti e i critici d'arte guardano all'architettura e al design come ai settori di ricerca in cui il nuovo e la tendenza verso la modernità sono maggiormente ravvisabili.
La mostra è stata ideata all'interno di queste considerazioni ed è suddivisa in sezioni correlate, nell'ottica di creare rimandi continui che favoriscano la lettura un periodo molto complesso e ricco di espressività.
Attraverso opere d'arte, fotografie, documenti e citazioni di testi critici ogni sezione approfondisce uno sguardo sui diversi argomenti della progettualità coeva in cui è ancora ravvisabile un'eco a cui è utile guardare per l'attualità