Nel 1877 la politica delle acquisizioni del giovanissimo Museo Revoltella , gestita dal Curatorio, ovvero l’organo preposto alle acquisizioni del museo, era indirizzata non solo verso l’acquisto di opere dei pittori d’Oltralpe, ma anche interessata a documentare l’arte del territorio italiano.
In quell’anno fu pertanto acquistata un’opera del tedesco Hermann von Hanstein (1809 – 1878) e un dipinto di altissima qualità e prestigio , quale “Paesaggio con lavandaie” di Marco Ricci (1676-1730) e Sebastiano Ricci (1659-1734), pur avendo la possibilità di acquistare un’opera del viennese Thomas Ender (1793 – 1875), artista che entrerà a far parte delle collezioni del Museo Revoltella appena nel 2002 grazie al legato Bois de Chesne.
Il paesaggio di Sebastiano e Marco Ricci, rispettivamente zio e nipote, che hanno condiviso il lavoro in varie occasioni, è uno dei rari dipinti antichi del Museo Revoltella, nonché uno dei più suggestivi paesaggi settecenteschi presenti nelle raccolte pubbliche cittadine. Restaurato pochi anni fa, con il sostegno generoso dell’Inner Weehl di Trieste, il grande dipinto è stato riportato allo splendore originale dalla restauratrice Antonella Schiattino.
L’opera raffigura un ampio e vario paesaggio roccioso che si snoda seguendo le rive tortuose di un ruscello; in primo piano compaiono le lavandaie intente al loro lavoro mentre una famiglia di mendicanti attraversa il fiume.
Esposta in diverse mostre dedicate al paesaggio italiano tra Sei e Settecento, la tela rappresenta un vero e proprio dilemma attributivo, su cui si sono arrovellati vari storici dell’arte. Inizialmente attribuito al Magnasco, il dipinto venne presentato nel 1922 come opera di Marco Ricci; nel 1929 fu ricondotta alla collaborazione tra Marco e Sebastiano Ricci e ancora oggi si discute sui ruoli avuti dai due, cercando gli indizi per assegnarla in prevalenza all’uno o all’altro.
Entrambi gli artisti bellunesi contribuirono col loro operare a delle innovazioni stilistiche nella pittura veneziana settecentesca. Sebastiano Ricci, che divenne uno degli artisti più famosi e richiesti del continente, rinnovò la pittura decorativa e di storia nelle nuove forme settecentesche e rococò e si ispirò a Paolo Veronese per schiarire la tavolozza.
Marco, che fin dagli esordì lavorò accanto allo zio, era abilissimo nel comporre fondali architettonici e teatrali in perfetta sintonia con le rappresentazioni di Sebastiano e rinnovò la pittura di paesaggio veneta del secolo precedente con un fare pittorico più sciolto e dai toni più luminosi.
Il “Paesaggio con lavandaie” del Museo Revoltella si può ammirare nella Sala da ballo della dimora baronale e ben rappresenta le scelte e lo spirito del primo Curatorio, che cercava di incrementare il patrimonio del museo mediante opere di diversa epoca e provenienza, con l’intento di incominciare ad arricchire la neonata istituzione con particolare varietà di stili e di epoca.