Novello prende parte, in veste di ufficiale degli Alpini, alla prima e alla seconda guerra mondiale. Partecipa inoltre alla spedizione italiana in Russia e sperimenta l’internamento nei campi di prigionia polacchi e tedeschi, condividendo la drammatica esperienza con Giovannino Guareschi, Roberto Rebora ed altri scrittori ed intellettuali italiani.
L’esperienza bellica determina in parte la sua successiva attività di vignettista, che lo vede anche attento osservatore e arguto critico della classe borghese. Collabora con diverse riviste e giornali quali, in successione di tempo, “L’Alpino”, quindicinale dell’Associazione Nazionale Alpini, “La Gazzetta del Popolo”, il “Corriere della Sera”, “La Stampa”.
Oltre al volume La guerra è bella ma scomoda, altre raccolte di vignette vengono pubblicate negli anni trenta da Mondadori, rispettivamente Il signore di buona famiglia (1934) e Che cosa dirà la gente(1937), a cui seguiranno altre importanti pubblicazioni fino agli anni ottanta.
Fra le due guerre partecipa a quasi tutte le esposizioni della Permanente di Milano e ad alcune Biennali veneziane dove, nel 1940, viene premiato al Concorso per il ritratto con il dipinto Ritratto estivo.
L’Autoritratto del Museo Revoltella, di grande naturalezza e intensità espressiva, è stato realizzato a pastello nel 1919, anno in cui Novello ventiduenne si era iscritto all’Accademia di Brera, mentre il Ritratto di Antonietta Belloni Novello, sua madre e sorella di Giorgio Belloni, risale al 1926.
Le due opere, sono state donate al Museo Revoltella nel 2007 da una collezionista di Codogno, per meglio documentare, assieme alla già presente opera di Belloni, i protagonisti e l’arte della famiglia lombarda Belloni-Novello.