La mostra antologica di Leonor Fini, che si chiuderà domenica prossima 18 ottobre, ha permesso di ampliare il catalogo finora noto dell’opera dell’artista facendo affiorare dipinti di grande interesse che nessuno ha mai visto esposti né pubblicati.
Tra questi c’è un prezioso ritratto della madre Malvina del 1929 proveniente dalla Galleria Barbaroux di Milano, dove la Fini – a 22 anni – ebbe la sua prima personale milanese e si fece conoscere in un ambito più vasto di quello triestino in cui si era mossa fino ad allora.
Ora il ritratto si trova in una collezione romana e gli attuali proprietari hanno ritenuto opportuno segnalarne l’esistenza proprio in occasione della mostra.
Il dipinto è particolarmente significativo perchè ci permette di entrare nell’intimità di Leonor Fini, che ha amato moltissimo la madre, suo unico punto di riferimento familiare dopo la separazione dei genitori avvenuta quando lei era ancora piccolissima.
Il ritratto è decisamente somigliante, se confrontato con le fotografie, e, nel contempo, si differenzia dai volti dipinti nello stesso periodo per una grande sobrietà e un accento malinconico che lascia trasparire l’umanità e la ricchezza interiore della donna.
Nella galleria dei personaggi che la Fini ritrae in questi anni (Italo Svevo ad esempio) non mancano infatti venature di ironia, da cui l’immagine materna non è nemmeno sfiorata.