Centosedici opere destinate al Civico Museo Revoltella Galleria d’arte moderna “per la loro custodia e valorizzazione” – scrivono i coniugi Luciani nella lettera di donazione ufficiale al Comune di Trieste (19 giugno 2024) – e, aggiungiamo noi, per apportare un considerevole arricchimento alla raccolta di arte triestina custodita in questa importante Istituzione artistica, che ha superato da poco i centocinquant’anni di vita (1872 – 2024).
La rilevante ed inaspettata donazione Luciani, qui interamente esposta, si qualifica pertanto come un’operazione di spontaneo e generoso mecenatismo, equiparabile, per l’elevato numero di dipinti e per la sorprendente varietà di artisti e di soggetti rappresentati, alle consistenti e pregevoli donazioni pervenute al Museo Revoltella nei primi decenni del Novecento, da parte di alcune importanti famiglie benestanti locali, quali Bontempelli, Oblasser-de Brucker, Lutteroth, Caccia, Currò ed altri ancora. Negli anni successivi e fino ad oggi si sono distinte, ovviamente, diverse altre donazioni e lasciti importanti e di considerevole valore, che testimoniano dell’inscindibile e costante legame affettivo, nel corso dei decenni, tra la città e il suo Museo.
Attraverso sedici artisti e ben centosedici opere, perciò, la storia dell’arte locale si dipana tra 1890 e 1972 con un ritmo incalzante e affascinante, tra straordinarie e suggestive marine di Ugo Flumiani, Guido Grimani, Giovanni Zangrando, Piero Marussig, Giuseppe Barison, Romano Rossini, per non citarne che alcuni, e trasognati scorci cittadini come il fiabesco paesaggio di Vito Timmel del 1942 o la visionaria veduta della Trieste trecentesca di Guido Marussig.
Anche il porto di Trieste è qui variamente interpretato, tra le tinte infuocate e i tocchi rapidi nella esplosiva versione di Adolfo Levier, oppure evocato da una strepitosa variabilità di grigi nella visione monocroma di Oscar Hermann Lamb. E per rimanere sul genere del “paesaggio”, non si possono tralasciare il fantastico “Mare rosso” di Vito Timmel, vividamente espressionista e surreale o il romantico “Tramonto con cipressi” di Glauco Cambon, accanto al rigoglioso “Giorno di pioggia” di Dyalma Stultus ed al poetico “Autunno carsico” di Piero Lucano.
Tra gli splendidi soggetti mitologici o allegorici di Eugenio Scomparini (“Il cantastorie”, “Allegoria del lavoro”) e le stravaganti composizioni con oggetti e figure simboliche, inoltre, spicca una lunga sequenza di ritratti, fortemente realistici o vagamente idealizzati.
Sono circa una quarantina, equamente distribuiti tra femminili e maschili, a cui si aggiunge un articolato e alquanto severo ritratto di famiglia di Eugenio Scomparini. Dall’ammiccante “Satiro suonatore” – brillante autoritratto di Cesare Sofianopulo – all’elegantissima “Gentildonna con cane” di Carlo Wostry, per non parlare del celebre “Bellezza e maschere” di Arturo Rietti, dipinto su specchio, o della evanescente donna “Allo specchio” di Umberto Veruda o, ancora, dell’intensa “Nora Grandi in poltrona” di Giannino Marchig, del corrucciato “Profilo maschile” di Giovanni Zangrando, e dell’enigmatico e intrigante “Décolleté verde” di Vito Timmel. E non si esauriscono qui, perché ce ne sono davvero molti, tra cui anche qualche “autoritratto”, oltre a quello geniale di Sofianopulo, che andranno ad incrementare la già cospicua raccolta (oltre un centinaio) di autoritratti del Museo Revoltella.
Un certo numero di nature morte, circa una decina, mirabilmente rappresentative di tutti gli stili, testimoniano infine della continuità e del successo, anche in età moderna, di questo antico e amato genere pittorico: dalla delicata “Natura morta con salvadanaio” di Piero Marussig all’iperrealismo sorprendente delle tre nature morte di Bruno Croatto, a cui si affiancano le coloratissime composizioni floreali di Adolfo Levier e quelle vegetali di raffinato gusto liberty di Vito Timmel.
E proprio di Vito Timmel va menzionato senz’altro, tra i pezzi più famosi e importanti dell’intera raccolta per maestria nel trattamento raffinatissimo del colore (una tecnica “puntinista” caratteristica del suo stile più attardato) e per il simbolismo iconico e di assoluta originalità, il famoso dipinto “L’incomunicabile” del 1932, testimonianza rimarchevole dell’attitudine illustrativo-decorativa, oltreché fantasmagorica, dell’espressione di uno dei maggiori protagonisti del panorama artistico locale.
La mostra Donazione Luciani: Pittura triestina tra Ottocento e Novecento resterà aperta sino al 13 ottobre 2024, dal lunedì alla domenica, tranne il martedì, dalle 09 alle 19.
Ingresso alla mostra gratuito
Ingresso al Museo Euro 8,00 intero Euro 6,00 ridotto
Info:
Museo Revoltella
Galleria d’Arte Moderna
via Armando Diaz, 27
+ 39 040 675 4350
+ 39 040 675 4158
revoltella@comune.trieste.it